sabato, 20 Aprile, 2024
Politica

Il Ppi e il futuro dell’Italia

“L’Italia ha bisogno di una visione politica diversa. Il nostro Paese necessita di una forza di centro. Non può esserci un Governo senza un’area della ragionevolezza che vada al di là degli slogan e dei like sui social”.
Il presidente nazionale dell’Udc, Antonio De Poli, Questore anziano del Senato della Repubblica, è stato tra i protagonisti della giornata della “riunificazione democristiana” che, di qui a poco, porterà alla nascita del Ppi, Partito del popolo italiano, nel solco del popolarismo di don Luigi Sturzo.
Ecco come ha riposto alle domande de la Discussione.

Antonio De Poli

Un nuovo partito o movimento moderato e centrista che abbia i valori e i simboli della DC è una trovata elettorale o c’è una visione politica diversa dell’Italia?
L’Italia ha bisogno di una visione politica diversa. Il nostro Paese necessita di una forza di Centro. Non può esserci un Governo senza un’area della ragionevolezza – come a me piace definirla – che vada al di là degli slogan e dei like sui social. C’è un Centro che rivendica il proprio diritto di cittadinanza e lo fa per porre al centro dell’agenda politica quei temi che, oggi, sono rimasti fuori dal dibattito: il piccolo commercio, il mondo dell’artigianato, un piano serio ed incisivo per rilanciare la sanità pubblica su cui si investe sempre meno, la famiglia (la nostra proposta storica che, oggi, qualcuno ci copia si chiama ‘quoziente familiare’) e, ancora, le politiche sociali con un’attenzione particolare ad anziani, disabili e persone non autosufficienti.

Come sarà organizzato il movimento, ci saranno aperture significative verso giovani, alle donne a idee nuove?
Certamente sì. I valori storici che abbiamo ereditato dai padri della nostra Repubblica, a partire da don Luigi Sturzo e De Gasperi, rappresentano il nostro patrimonio valoriale. Abbiamo ereditato una grande tradizione storica che dobbiamo valorizzare per costruire qualcosa di nuovo, aprendoci all’esterno e quindi alle idee e agli stimoli esterni che devono arrivare prima di tutto dalle nuove generazioni e anche dalle donne. Ogni anno, lo ricordo, in Italia 123.000 giovani lasciano il Paese per cercare il proprio futuro all’estero. È fondamentale superare vecchi schemi e aprirsi a nuovi linguaggi, senza mai perdere però il legame che è fondamentale con i territori e con la società civile. 

Le alleanze e le ipotesi di governo del nascente movimento, le cercherete nei programmi, negli uomini o per affinità ideologiche?
Le alchimie politiche non servono. Abbiamo visto con questo Governo che le fusioni a freddo portano solo ad esperienze fallimentari come l’attuale maggioranza che litiga ogni giorno. Il Paese ha bisogno di un Governo che abbia un progetto politico, una visione e una prospettiva duratura. Questa maggioranza, al contrario, “non ha un’anima”. Noi come Udc facciamo parte della famiglia del PPE (Partito popolare europeo). La nostra metà campo è e rimane il centrodestra. Come UDC rivendichiamo con coerenza la nostra identità di cattolici e liberali, essendo un partito che storicamente e per tradizione, è legato ai valori del popolarismo. È un patrimonio valoriale che fa parte del nostro Dna politico. 

Lei, Senatore De Poli che ha una lunga esperienza parlamentare, può formulare una previsione e un augurio per il nuovo movimento centrista?
Non amo fare previsioni. Il mio augurio è senz’altro che possa prevalere quell’area della concretezza e della ragionevolezza. È ciò di cui il Paese ha bisogno. L’Italia ha bisogno di una politica di Centro ed è nostro dovere lavorare affinché si possa tornare a far votare coloro che sono stati delusi dalla sinistra e dalle forze espressione del neo-populismo.  

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