domenica, 28 Aprile, 2024
Politica

Il Polo della discordia e l’entanglement tra Renzi e Calenda

Nessuno dei due ha rinunciato all’idea di una forza moderata e riformista ma ciascuno pensa che debba essere a sua immagine, somiglianza e guida. Si presenteranno divisi alle elezioni europee ma entrambi escludono di volersi fidanzare con altri partiti. Le vite parallele di Renzi e Calenda  si sono incontrate per pochi mesi. E chissà che ,come nella fisica quantistica, le loro particelle non continuino in futuro a “vibrare” insieme anche se distanti tra loro.

Il motivo è molto semplice. Lo spazio per un’area moderata c’è e crescerà quanto più assisteremo ad una polarizzazione della destra e della sinistra.

Si tratta di polarizzazioni un po’ anomale. Infatti mentre a sinistra l’avvento di Schlein sposta l’asse del Pd su posizioni più radicali, a destra Gorgia Meloni ha operato delle correzioni di rotta più moderate su alcuni temi rispetto all’oltranzismo di Salvini. Ma Fratelli d’Italia difficilmente diventerà un partito come era Forza Italia alle origini. E il declino inevitabile della guida di Berlusconi porrà seri problemi di tenuta del partito che si identifica con lui.

Insomma ci potrebbero essere voti in uscita sia dal Pd che dall’area di centrodestra. Sommati a quelli già raccolti alle elezioni dall’alleanza Azione-Italia via potrebbero  anche superare la consistenza del Movimento 5 Stelle. Questo era il progetto del Terzo Polo. L’incompatibilità tra i due leader e i litigi anche eccessivi tra i due rendono impraticabile nel breve periodo la costruzione di un unico soggetto politico.

Ma  sia Renzi che Calenda cercheranno di espandere i rispettivi partiti. La caccia  è già iniziata e segna due ingressi a favore di Calenda, Bisognerà vedere chi riuscirà ad intercettarne di più. Marceranno divisi e poi colpiranno uniti? L’alternativa è in uno scenario in cui  Renzi potrebbe cercare di costruire l’area moderata nel centro destra e Calenda farebbe lo stesso nel centro sinistra. In questo caso entrambi i partiti raccoglierebbero un’esigua minoranza sia a destra che a sinistra e conterebbero davvero poco.

Insomma due mini-poli moderati uno a destra e uno a sinistra con la legge elettorale attuale son destinati all’irrilevanza. Se poi si tornasse al proporzionale  allora le cose potrebbero cambiare. Ma nel frattempo quante volte Renzi e Calenda avranno cambiato idea?

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