venerdì, 29 Marzo, 2024
Esteri

Tunisia sull’orlo del default. L’impegno dell’Italia

La Tunisia si trova sull’orlo di un default finanziario. Senza aiuti pubblici internazionali la sua autonomia è stata stimata in sei-nove mesi a causa delle dure conseguenze economiche della guerra in Ucraina e la scadenza del debito estero di 2 MLD di dollari da pagare entro il 2023. La grave crisi, inoltre, risente fortemente della decisione dell’Fmi di ritardare l’approvazione finale del maxi-prestito di 1,9 miliardi di euro, prevista per il 19 dicembre 2022, che ne avrebbe evitato il tracollo.

L’Italia coinvolta per la questione dei migranti

L’Italia è fortemente coinvolta nelle sorti del Paese Nordafricano, avamposto degli innumerevoli viaggi della fortuna dei migranti che scelgono la via del mare per arrivare in Italia. Ad oggi la Tunisia ha sorpassato la Libia come Paese di partenza dei migranti sbarcati in Italia e con l’aggravarsi della situazione socio-economica, i flussi rischiano di raggiungere i picchi del 2014 (170 mila sbarchi totali via mare) e del 2016 (180 mila arrivi via mare). Per questo il ministro degli Esteri della Tunisia, Nabil Ammar, è stato invitato ieri a Roma dal titolare della Farnesina, Antonio Tajani, che lo ha accolto insieme al commissario europeo per l’Allargamento e la politica di vicinato, Oliver Varhelyi. La Tunisia potrà contare sull’aiuto italiano, che si sostanzierebbe in un finanziamento da 50 milioni di euro a sostegno del suo bilancio di Stato e una linea di credito di 55 milioni di euro in favore delle piccole e medie imprese tunisine gestita dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), purché il Paese acceleri i processi di riforma richiesti dall’Europa. Una parte destinata al bilancio sarà, inoltre, finalizzata ad acquistare prodotti italiani. Circa i finanziamenti dell’Fmi, il titolare della diplomazia italiana ha proposto di inviare una prima tranche di 300 milioni.

Paesi legati anche sul piano energetico

A conferma delle intenzioni dell’Italia di intensificare la cooperazione sul piano della sicurezza, dei rimpatri e di una politica migratoria tale da poter aumentare le quote di flussi regolari in base a quanto previsto dall’ultimo decreto flussi, anche il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha voluto incontrare, in un bilaterale, il suo omologo tunisino Samir Saied, in occasione della partecipazione all’incontro di primavera del Fondo Monetario Internazionale (Fmi). Il legame italo-tunisino passa anche dal fronte energetico. Il Paese nordafricano ospita, infatti, il tracciato del gasdotto Transmed, che porta in Italia il gas algerino e che da solo potrebbe rifornire tutta l’Europa centrale (Germania inclusa), utilizzando la nostra Penisola come snodo. Un elemento che, insieme al progetto d’interconnessione elettrica Italia-Tunisia appena finanziato da Bruxelles con 300 milioni di euro, concorrerebbe alla realizzazione del sogno italiano di trasformarsi in un “hub energetico” per l’intera Europa.

Italia primo partner commerciale della Tunisia. Sinergie strategiche a 360 gradi

La posizione dell’Italia, è dunque chiara nei confronti di Tunisi.

“È giusto che si facciano le riforme necessarie, ma non possiamo far esplodere la crisi finanziaria, che produrrebbe un peggioramento della situazione”, ha dichiarato nei giorni scorsi Tajani, che al Consiglio europeo e al segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, ha suggerito di finanziare la Tunisia “a tranche”.

E la Commissione europea sembrerebbe “pronta a prendere in considerazione un’assistenza macro-finanziaria aggiuntiva per la Tunisia se saranno soddisfatte le condizioni necessarie”, aveva fatto sapere il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, al termine dell’incontro avuto a Tunisi, il 27 marzo scorso, con il presidente Kais Saied nell’ambito della sua visita nel Paese nordafricano. L’obiettivo italiano, comunque, resta quello di un approccio globale, che superi il solo aiuto finanziario e vada dalla sicurezza alla formazione/lavoro, dalla cooperazione allo sviluppo al settore delle energie rinnovabili, dalla ripresa del negoziato in materia di collaborazione giudiziaria alla cooperazione in materia culturale.

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