venerdì, 26 Aprile, 2024
Sanità

L’allarme dei medici ospedalieri: sanità pubblica emergenza nazionale

Dalle critiche i medici e i dirigenti ospedalieri salvano il ministro della Salute Orazio Schillaci, ma non sono disposti ad attendere altri rinvii su come risolvere la profonda crisi della sanità pubblica. “La domanda che ci poniamo è, allora, semplice, chiara e diretta: il presidente del Consiglio e il suo Governo sono a favore di un servizio sanitario pubblico e nazionale? O hanno in mente altri modelli organizzativi per tutelare la salute dei cittadini italiani?”.
L’interrogativo arriva da Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell’Anaao Assomed, che annuncia come la Intersindacale medica (una decina di sigle che raccolgono tutti i lavoratori del settore sanità) sia pronta a prossime iniziative di protesta e di lotta, pur di salvare: “il servizio di cure pubblico e nazionale”.

Scelte “sbagliate” dei Governi

“Sarebbe un errore attribuire la responsabilità delle scelte, e delle non scelte, economiche in materia di sanità pubblica solo e interamente a questo Governo”, puntualizza Di Silverio, “ma gli 1,4 miliardi che il Ministro rivendica con l’ultimo Decreto Bollette, non sono pochi, ma bisogna tenere conto che 1 mld è finito ai produttori di dispositivi medici. Così, si è preferito finanziare chi produce dispositivi piuttosto che coloro che li usano a scopo diagnostico o terapeutico per la assistenza sanitaria dei cittadini”.

Sanità bancomat dei ministeri

Per l’Associazione dei medici il Ministro Schillaci nelle sue indicazioni coglie alcuni dei punti cruciali della crisi del sistema sanitario, “oggi più malato di coloro che dovrebbe curare”. Impegni programmatici che l’Anaao Assomed puntualizza di condividere e apprezzare “sconsigliando”, però, al Ministro “l’ennesima crociata sull’appropriatezza prescrittiva, anche perché non ha portato fortuna ai suoi predecessori”, osserva l’Associazione, “Sarebbe un errore attribuire la responsabilità delle scelte, e delle non scelte, economiche in materia di sanità pubblica solo e interamente a questo Governo”.
Per il sindacato dei medici ospedalieri, infatti, la sanità negli anni ha subito tagli di risorse dirottate altrove.
“La sanità è stata un bancomat dei Governi di ogni colore, da più di un decennio”, fa presente il segretario nazionale dell’Anaao Assomed, “e ha dovuto aspettare la pandemia per registrare un finanziamento vicino alla media dei paesi europei. Un fenomeno che abbiamo da sempre denunciato in tutti i modi, fino alla manifestazione tenuta a Roma, quando eravamo in 30 mila a chiedere maggiori investimenti per il diritto alla cura e il diritto a curare”.

Mannaia sui fondi assegnati

L’Associazione dei medici e dirigenti ospedalieri ci tiene a precisare come: “il problema vero è rappresentato dalle scelte politiche, perché da esse dipende la sostenibilità di un sistema sanitario pubblico, che oggi rischia di essere sacrificato sull’altare di altre urgenze governative, dalla flat tax al ponte sullo stretto, dalla abolizione dell’Irap alla autonomia differenziata. Mentre le Organizzazioni sindacali della dirigenza sanitaria del Sistema sanitario nazionale ragionavano con il Ministero della salute su  provvedimenti a favore del personale, è giunta la mannaia del Ministero economia e finanza a distrarre le risorse da dove realmente servivano per destinarle al pay back dei dispositivi medici”. “Senza peraltro nemmeno evitare il contenzioso in atto”

La salute problema sociale

La questione della sanità pubblica, puntualizzano i medici ospedalieri, non è solo sindacale, pur essendo di valenza strategica il numero dei professionisti e loro condizioni di lavoro, “ma sociale e politica”.
“Non è un caso che la preoccupazione per la salute pubblica sia diventato oggi il primo problema percepito dai cittadini, quando a giugno era citato tra gli ultimi. Nè è da sottovalutare il rischio che il liquefarsi del Servizio sanitario nazionale e produca un disastro sociale e civile di dimensioni oggi inimmaginabili”.

Sanità come bene pubblico

“Se dovessimo trarre dagli eventi di questi giorni una lezione, semplicemente sommando la scarsità delle risorse investite sul personale del Servizio, e quindi sulla salute dei cittadini”, premette Di Silverio, “al percorso di regionalismo differenziato che sta volando sulle ali di tecnicismi e diktat politici, dovremmo pensare che la salute degli Italiani non è considerata dal Governo, se non dal ministro Schillaci, un bene pubblico da valorizzare ed un investimento sul futuro del Paese, anche economico, visto che vale 16 punti di Pil”.

Pronti alla vertenza nazionale

“Per quanto ci riguarda”, evidenzia infine il leader dell’Associazione dei medici e dirigenti ospedalieri, “noi siamo dalla parte di chi difende il servizio di cure pubblico e nazionale. Sempre e comunque.
Perciò, insieme con l’Intersindacale della dirigenza sanitaria chiameremo professionisti e cittadini a scendere in piazza, come è già avvenuto nelle principali capitali europee. Dando vita a una vera e propria vertenza per chiedere risorse e riforme, coinvolgendo la società civile, le istituzioni professionali, le rappresentanze sindacali”. “Perché questa è una battaglia che interessa tutti”, conclude Di Silverio, “sociale ancor prima che professionale, una battaglia per salvaguardare quell’articolo 32 della Costituzione che, non a caso, definisce “fondamentale” il solo diritto alla salute. E per la stessa unità del Paese, il cui presidio insostituibile è individuato dal presidente Mattarella proprio nel servizio sanitario nazionale”.

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