venerdì, 26 Aprile, 2024
Economia

Prete (Unioncamere): potenziare il ruolo delle Camere di Commercio

Le Camere di commercio chiedono in rilancio del loro ruolo con più attenzioni e investimenti della politica. Lo sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, che si è fatto portavoce delle richieste del mondo camerale sottolineando un aspetto: “È tempo che sulle Camere di commercio si faccia un investimento politico ed istituzionale più deciso”, rivendica Prete, “se ne rafforzi il ruolo come organismi autonomi di affiancamento e promozione di chi fa impresa”.

La chiusura di 130 mila imprese

“In poco più di 10 anni in Italia”,  osserva Prete, “sono scomparse circa 130 mila imprese guidate da under 35 (-20%), soprattutto nel Centro-Sud. Così oggi le aziende giovanili sono appena l’8,7% del nostro tessuto imprenditoriale. Non c’è futuro senza un ambiente favorevole alle nuove generazioni”.  Uno dei problemi più sentiti dal mondo delle Camere di Commercio è quello del disallineamento tra formazione e mondo del lavoro che genera un “cortocircuito” tra domanda e offerta di lavoro. Il sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal indica che la difficoltà di reperimento nella ricerca di figure professionali è passata dal 26% nel 2019 al 40% nel 2022.  “Uno spreco”, puntualizza Prete, “che costa in termini di valore aggiunto delle imprese più di 30 miliardi l’anno”.

Le maestranze che mancano

A mancare, evidenziano gli Enti camerali, sono soprattutto i profili Stem, i più richiesti dal mercato. Un dato che penalizza in particolare le donne, meno propense a scegliere questi indirizzi. Le piccole imprese hanno però maggiori difficoltà e sono sempre meno presenti all’estero. “Questo elemento rischia di indebolire il nostro tessuto produttivo oltre che la competitività dell’intera Italia”, sottolinea  il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, “Le Camere di commercio, insieme alla rete delle Camere italiane all’estero,  promotrici dell’italicità nel mondo, possono fare la differenza, perché”, osserva Prete, “sono in grado di accompagnare le piccole imprese nei percorsi dell’internazionalizzazione. Bisogna, perciò, rimuovere un provvedimento di qualche anno fa che ha ridotto la possibilità delle Camere di operare su questo fronte, in modo da portare sui mercati internazionali circa 45 mila imprese che sono potenziali esportatrici, con una crescita stimata di circa 40 miliardi di export”.

Un turismo sostenibile

Il sistema camerale vuol contribuire a promuovere anche un turismo sostenibile, attivando i flussi di ritorno degli italiani di seconda e terza generazione. “Le Camere di commercio si impegneranno”, promette il presidente di Unioncamere, “a diffondere le comunità energetiche rinnovabili e, con una rete di Energy Manager, ad orientare le Pmi all’uso più efficiente delle risorse, con l’obiettivo di raggiungere nei prossimi anni 200 mila imprese”.

Cittadinanza sociale e Pnrr

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel suo intervento alla conferenza nazionale delle Camere di Commercio a Firenze rilancia un progetto, “interventi costruiti a misura di persona, possiamo e dobbiamo incidere sulla piena “cittadinanza sociale ed economica” dei giovani e delle donne, anche per non perdere la grande occasione delle misure di riduzione dei divari messe in campo dal Pnrr Robuste politiche attive “su misura”, poi, sono anche una risposta concreta alla stessa questione del reddito di cittadinanza. Così come il dibattito sul salario minimo, si lega all’importanza dello stesso contratto collettivo nazionale”, osserva Sangalli, “E qui c’è il tema di fondo della rappresentatività delle parti sociali. L’applicazione a circa 3,5 milioni di lavoratrici e lavoratori del nostro contratto del terziario, non è, dunque, solo la conferma della reale rappresentatività di chi lo stipula. È anche la testimonianza della capacità di cogliere le forti trasformazioni nel mercato del lavoro e di interpretare i cambiamenti dell’economia”.

Contratti collettivi e tutele

In uno scenario caratterizzato dall’inflazione e dai troppi costi a carico delle imprese, puntualizza il leader della Confederazione, gli stessi rinnovi contrattuali assumono un’importanza strategica, “non solo per la gestione delle regole del lavoro, ma anche per il contesto macroeconomico del nostro Paese”, commenta Sangalli, “Per tutti noi c’è l’esigenza, da un lato, di riconoscere il giusto salario e, dall’altro, di salvaguardare la competitività delle imprese. E qui lo dico subito, occorre intervenire in maniera più decisa per la riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro e per la detassazione degli aumenti contrattuali”

Garanzie di welfare

“Mi piace ricordare, ancora, i profili di grande modernità del contratto collettivo, a partire da quell’ampio sistema di garanzie e di welfare connesso”, rileva  il presidente di Confcommercio, “Penso ai Fondi, che offrono coperture di secondo pilastro a milioni di lavoratori, dalla sanità integrativa alla previdenza complementare. Fondi che non solo hanno continuato a crescere in questi anni difficili, ma che hanno anche dimostrato una efficace capacità di risposta a nuovi bisogni. Dallo sviluppo del capitale umano alla qualità del clima organizzativo, al benessere dei dipendenti; in sostanza una migliore occupazione”.

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