martedì, 16 Aprile, 2024
Agroalimentare

Coldiretti: SOS semine a causa della siccità

Coldiretti lancia l’allarme nel primo fine settimana di primavera che tradizionalmente sancisce l’inizio delle attività agricole nelle campagne, dopo un inverno che dal punto di vista climatologico ha fatto segnare una temperatura superiore di 1,21 gradi, una la media storica secondo i dati Isac Cnr che rileva le temperature in Italia dal 1800. Una situazione resa difficile quest’anno dal caldo e dalla siccità che hanno lasciato senza neve le montagne e a secco i fiumi e i laghi compromettendo anche le riserve nel terreno, poiché l’acqua è essenziale per le coltivazioni. Se da un lato, infatti, il “bel tempo” ha permesso agli agricoltori di fare le lavorazioni per preparare il terreno alla semina in modo ottimale, non si può dire la stessa cosa per la germinazione dei semi, che, spiega la Coldiretti, può avvenire solo se in presenza di buona umidità del terreno. Si spera nella pioggia annunciata per i prossimi giorni anche se non sarà sufficiente a coprire il divario di acqua che si è accumulato.

In difficoltà sono anche le colture autunnali come il frumento, l’orzo, l’erba medica e le altre foraggere che soffrono la prolungata siccità e con grande preoccupazione per le rese della prossima raccolta. Sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità del Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana dove nasce quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento. Dalla disponibilità idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al granoturco per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano ed i salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello.

L’inverno ha lasciato l’Italia del Nord a secco con precipitazioni al di sotto della media dopo un 2022 in cui è caduta il 30% di pioggia in meno con danni stimati in 6 miliardi all’agricoltura nazionale. Gli effetti sono evidenti con i grandi laghi che hanno ora percentuali di riempimento che vanno dal 23% del lago di Como al 38% del lago di Garda la cui altezza è al minimo storico del periodo mentre il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3,3 metri, come in piena estate, e si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico. La mancanza di precipitazioni sta condizionando le scelte delle aziende agricole che si stanno spostando da mais e riso verso colture come soia e frumento meno esigenti dal punto di vista idrico. Per le semine del riso si stima un taglio di circa 8mila ettari e risultano al minimo da 30 anni.

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