venerdì, 29 Marzo, 2024
Esteri

Corte Penale Internazionale. Mandato d’arresto per Putin: “Ha deportato bambini”

La Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato di arresto contro il presidente russo Vladimir Putin, per il crimine di deportazione illegale di bambini. Insieme a Putin è stato emesso un mandato anche contro Maria Alekseyevna Lvova-Belova, la funzionaria al centro del piano per deportare con la forza migliaia di bambini ucraini in Russia di cui La Discussione aveva dato notizia a febbraio.

Come si legge nella nota diffusa dalla Corte Penale Internazionale, “la Camera preliminare II ha ritenuto, sulla base delle istanze dell’accusa del 22 febbraio 2023, che vi siano fondati motivi per ritenere che ciascun sospettato sia responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione e di trasferimento illegale di popolazione dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa, in pregiudizio dei bambini ucraini”. La Camera ha ritenuto “che i mandati fossero segreti al fine di proteggere vittime e testimoni e anche per salvaguardare le indagini”. Tuttavia, “consapevole che le condotte contestate nella fattispecie sarebbero in corso, e che la conoscenza pubblica dei mandati può contribuire a prevenire l’ulteriore commissione di reati, la Camera ha ritenuto che sia nell’interesse della giustizia autorizzare la cancelleria a rendere pubblica l’esistenza dei mandati, il nome degli indagati, i reati per i quali sono stati emessi i mandati e le modalità di responsabilità stabilite dalla Camera”.

La Russia ha commesso molti crimini di guerra e crimini contro l’umanità in molte regioni dell’Ucraina. Prima di questo importante passo da parte della Corte Penale Internazionale, lo aveva già ampiamente dimostrato l’inchiesta svolta sotto gli auspici del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Il reportage è dedicato all’anniversario dell’attacco contro il teatro di prosa di Mariupol.

Giovedì a Kiev, durante la commemorazione dell’attentato al teatro, dozzine di ucraini hanno posto candele tremolanti attorno a una gigantesca iscrizione in cirillico realizzata con nastro adesivo che recitava “BAMBINI”, così come era scritto nell’enorme avvertimento dipinto davanti e dietro al teatro al momento dell’attacco aereo.

“Quegli aerei che erano in volo, non potevo crederci fino all’ultimo minuto che ci avrebbero bombardato, persone pacifiche. Hai madri e figli; come hai potuto lanciarci addosso quelle bombe? Non li perdonerò mai, mai”, ha detto Nataliia Korchma, residente a Mariupol, alla commemorazione che si è svolta giovedì a Kiev.

Durante la preparazione del rapporto, gli attivisti per i diritti umani hanno visitato 56 insediamenti in Ucraina, dove hanno intervistato circa 600 testimoni oculari, e hanno anche visitato luoghi di detenzione e fosse comuni.

Tra i possibili crimini contro l’umanità, il rapporto cita lo stupro, la tortura sistematica nelle zone sotto occupazione russa. Inoltre, gli autori del rapporto richiamano l’attenzione sugli attacchi alle infrastrutture ucraine, a seguito dei quali centinaia di migliaia di ucraini sono rimasti senza riscaldamento ed elettricità durante i freddi mesi invernali.

L’inchiesta ha rivelato i crimini commessi contro gli ucraini sul territorio occupato dalla Russia: l’allontanamento di bambini nel territorio non controllato da Kiev, il sistema di filtraggio e le condizioni di detenzione disumane.

Allo stesso tempo, il capo della squadra investigativa ed ex giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo, Eric Möse, ha osservato che non è stato possibile identificare i fatti relativi al genocidio contro gli abitanti dell’Ucraina.

Gli autori del rapporto osservano che tutti coloro che hanno commesso violazioni e crimini devono essere assicurati alla giustizia nell’ambito di procedimenti legali in conformità con il diritto internazionale.

L’Associated Press riferisce che il documento è un vero e proprio “j’accuse” nei confronti di Mosca ed osserva che questo è piuttosto insolito, trattandosi di un membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Recentemente, Reuters e The New York Times avevano riferito che la Corte penale internazionale dell’Aia avrebbe presto emesso mandati di arresto per diverse persone presumibilmente coinvolte in questi crimini. La Russia aveva precedentemente respinto tutte le accuse di crimini di guerra. La notizia del mandato di arresto per Putin rappresenta finalmente il punto di svolta che in tanti, nel mondo, stavano attendendo.

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