giovedì, 25 Aprile, 2024
Esteri

La “formula di pace ucraina” spiegata da Zelensky

Per mesi osservatori esterni hanno discusso se l’Ucraina dovesse tornare al tavolo dei negoziati con la Russia per porre fine alla guerra. Pochi hanno discusso di ciò che sarebbe stato effettivamente necessario negoziare se le due parti si fossero nuovamente incontrate per avviare un dialogo inteso a raggiungere la cessazione delle ostilità.

L’improbabile tregua di 36 ore annunciata da Putin per il Natale ortodosso si è chiusa alla mezzanotte di sabato con un bilancio di due morti e 13 feriti a Bakhmut bersagliata dai russi 39 volte. Un altro civile è stato ucciso a Kherson durante il bombardamento di una caserma dei vigili del fuoco.

Il presidente Volodymyr Zelensky ha così commentato questi accadimenti: “Hanno detto qualcosa su un presunto cessate il fuoco, ma la realtà sono i proiettili russi che hanno colpito nuovamente Bakhmut e altre località ucraine. Solo l’espulsione degli invasori russi dal suolo ucraino significherà il ripristino della sicurezza e della pace”.

Il presidente Zelensky è anche tornato a parlare della “formula ucraina per la pace”, delineando quali siano i dieci obiettivi negoziali contenuti nella proposta di Kiev. Questo elenco, apparentemente lungo, è però uno strumento indispensabile per capire perché proposte ipocrite di cessate il fuoco, come la “falsa tregua” decisa da Putin per il Natale ortodosso, non possano essere accettate dall’Ucraina.

Tenendo ben chiaro questo concetto di base, possiamo esaminare più da vicino le dieci aree tematiche presenti nella “peace formula”:

Radiazioni e Sicurezza Nucleare. Dall’inizio della guerra, la Russia ha occupato la centrale nucleare di Zaporizhzhia e ha bombardato altri impianti nucleari ucraini. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha avviato negoziati sia con la Russia che con l’Ucraina per risolvere questi problemi, ma non è stata in grado di fare progressi nella creazione di zone smilitarizzate attorno agli impianti nucleari, nell’espulsione delle forze russe dai siti o nella prevenzione di attacchi alle centrali elettriche. L’Ucraina intende raggiungere una risoluzione su tutte queste questioni.

Sicurezza alimentare. L’iniziativa per i cereali del Mar Nero ha effettivamente evitato una crisi globale della sicurezza alimentare, ma la “Black Sea Grain Initiative” è ancora solo una misura di stop-gap che deve essere rinnovata ogni 120 giorni. L’Ucraina ha bisogno di disposizioni permanenti per garantire che le esportazioni di cibo e fertilizzanti possano essere spedite in sicurezza dai suoi porti senza richiedere negoziati periodici con i russi.

Sicurezza Energetica. Negli ultimi mesi, le forze russe hanno intensificato gli attacchi contro le centrali elettriche ucraine nel tentativo di sfruttare, come arma, il rigido clima invernale. Come ha dichiarato il primo ministro ucraino Denys Shmyhalche, l’Ucraina deve essere in grado di garantire che il suo popolo abbia accesso all’energia necessaria per sostenere i propri mezzi di sussistenza, motivo per cui questo punto è stato incluso nella formula della pace.

Rilascio di tutti i prigionieri di guerra e deportati. Scambi di prigionieri di guerra e rimpatri dei resti sono avvenuti con una certa regolarità attraverso la mediazione della Croce Rossa, ma la questione più difficile da risolvere è quella delle deportazioni forzate, ovvero gli uomini, le donne e i bambini ucraini che sono stati trasportati dalle aree occupate in altri luoghi della Federazione Russa con il pretesto di garantirne la cosiddetta “evacuazione”. Secondo il ministero ucraino per la reintegrazione delle aree temporaneamente occupate, si parla di centinaia di migliaia di ucraini, il cui rimpatrio richiede uno sforzo negoziale importante.

Attuazione della Carta delle Nazioni Unite e ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina e dell’ordine mondiale. In poche parole, la parte ucraina ha chiesto di ripristinare i propri confini nazionali a quelli fissati nel 1991, che significa garantire il ritorno dell’intera regione del Donbas e della penisola di Crimea sotto la piena sovranità ucraina.

Ritiro delle truppe russe e cessazione delle ostilità. Sebbene il ritiro delle truppe e la cessazione delle ostilità possano sembrare due elementi che vadano necessariamente di pari passo, ci sono esempi di “cessate il fuoco” che non hanno imposto il ritiro delle forze. Tali casi sono risultati molto problematici, motivo per cui la parte ucraina ha collegato queste due azioni tra loro.

Ripristino della giustizia attraverso Tribunali di guerra e risarcimenti. La rivelazione di fosse comuni e violazioni dei diritti umani a Bucha e nelle aree circostanti alla fine di marzo ha rappresentato un punto di svolta nella guerra, portando la parte ucraina a richiedere l’istituzione di tribunali per perseguire i crimini di guerra russi. È evidente che né l’azione dei tribunali né i risarcimenti dei danni cagionati dall’esercito russo avranno luogo con il consenso di Mosca. Per questo motivo, gli ucraini hanno proposto di destinare le risorse finanziarie e gli altri beni russi sottoposti a sequestro ad un fondo da impiegarsi per pagare ciò che il Cremlino non pagherà spontaneamente. Questa soluzione attuerà quanto stabilito dalla Risoluzione adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Per quanto riguarda i crimini di guerra, gli organismi internazionali competenti possono condurre missioni conoscitive e gli Stati membri delle Nazioni Unite potrebbero collaborare – con propri team di esperti – alla raccolta e conservazione delle prove in modo strutturato e formalmente corretto, affinché possano essere utilizzate in tribunale e per preservare la memoria collettiva di questa folle guerra.

Contrastare l’ecocidio. La guerra della Russia contro l’Ucraina ha ovviamente danneggiato l’ambiente naturale del Paese, ma mancano precedenti per affrontare l’ecocidio nei negoziati di pace. In quanto tale, l’inclusione di quest’area problematica come parte della “Formula di pace ucraina” è probabilmente pensata per rendere consapevole la comunità internazionale della profondità dei danni ambientali provocati dall’invasione della Russia.

Garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Il governo ucraino è consapevole che l’iter di adesione alla NATO richiede tempi lunghi, ma, al contempo, ha bisogno di poter garantire la sicurezza del Paese. In quest’ottica, l’amministrazione Zelensky ha pubblicato la sua proposta intitolata “The Kyiv Security Compact” il 13 settembre 2022. È evidente che la parte ucraina non potrà accettare alcun accordo di pace che non offra le opportune garanzie di sicurezza per l’Ucraina.

Conferma della fine della guerra. Quest’ultimo punto rappresenta la conclusione formale della guerra, ma ciò potrà avvenire solo quando tutte le altre questioni saranno state risolte, arrivando alla firma di un accordo di pace.

La formula presentata dal presidente Zelensky rappresenta un’importante tabella di marcia verso la pace per l’Ucraina.

Spesso si assiste a vivaci dibattiti su come, per arrivare alla Pace, l’Ucraina dovrebbe accettare di tornare al tavolo dei negoziati, ma i promotori di queste iniziative tralasciano completamente di dire come pensano di risolvere i vari problemi reali connessi con il conflitto. La “formula ucraina per la pace” dovrebbe essere posta al centro di questi dibattiti. La speranza di pace deve fondarsi sul rifiuto della visione oscurantista promossa dalla Russia in questi undici lunghissimi mesi. Una visione fuori dal tempo e dalla ragione.

I governi che vogliono realmente che la guerra finisca, devono sostenere il progetto ucraino di pace che si fonda sulla forza della libertà e sulla volontà di riaffermare la civiltà dei diritti.

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