domenica, 28 Aprile, 2024
Società

Diciottenni al voto per il Senato. Come convincerli?

Per la prima volta i diciottenni possono esercitare il diritto di voto anche per il Senato. Il rischio è che anche loro disertino le urne del 25 settembre.

L’astensionismo in generale  preoccupa i responsabili dei partiti e i candidati alle elezioni del nuovo Parlamento.

Fatte le dovute eccezioni per coloro che sono legati da vincoli di parentela o da reciproci leciti interessi a candidati, una buona parte degli elettori non ha alcun entusiasmo.

Convincere soprattutto i giovani a recarsi alle urne per l’elezione dei loro rappresentanti scelti dalle segreterie dei partiti sulla base di una legge elettorale che sta raccogliendo molte critiche e che incomincia a profumare di incostituzionalità, non è impresa facile.

Sono, tra l’altro, uomini e donne che, per la prima volta, potranno esercitare il diritto di voto per l’elezione del nuovo Parlamento, le cui funzioni gli sono attribuiti dalla Costituzione, nei suoi 28 articoli, dal 55 all’82; la più comune che tutti ricordano, è quella di fare le leggi con le quali garantire la civile convivenza tra tutti i consociati e tenere alto il principio democratico della Repubblica.

L’interesse dei giovani per la politica attiva proviene da libera scelta,  curiosità o sentimento  maturato sui banchi di scuola o nelle frequentazioni tra coetanei. I partiti moderni, specie per i continui cambiamenti e la proliferazione do nuove sigle, non hanno strumenti ben collaudati per facilitarne forme di adeguata formazione culturale.

La Costituzione afferma il principio cardine della sovranità nelle mani del popolo e ne elenca una serie di diritti e di privilegi, esaltandone l’eguaglianza, la pari dignità sociale, il principio di solidarietà, etc. (Artt.1/12), però, nel tempo, ha persino affievolito il diritto-dovere dell’esercizio del voto medesimo, considerandolo semplice “dovere civico”, come generalizza nell’articolo 48 nell’affermare che: “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero o segreto. Il suo esercizio è dovere civico.”

Non vi è, pertanto, alcun obbligo giuridico, alcuna sanzione e neanche un premio a chi, diligentemente, si reca alle urne per esercitare liberamente tale “dovere civico”.

Anche i rispettivi programmi elettorali non sembrano promettere ai giovani nulla di particolarmente stimolante sia a breve termine e sia per il futuro.

Ci sono adulti, già con esperienze alle spalle, che dicono di astenersi perché traditi nelle più realizzabili aspettative durante le precedenti legislature e di averne persa la fiducia non vedendo alcun cambiamento di rotta.

Alcuni giovani, invece, ad iniziare da quelli che non avevano maturato i 18 anni alla data delle elezioni politiche precedenti (4 marzo 2018) e che hanno il diritto di votare per la prima volta,  non vi intravedono alcun interesse specifico e neanche un beneficio immediato.

È bene ricordare che fino al 1993 il Decreto del Presidente della Repubblica del 1957, n. 361 (Testo Unico 5 febbraio 1948, n.26, art.3), negli articoli 4 e 115 enunciava quanto segue: “L’esercizio del voto è un obbligo al quale nessun cittadino può sottrarsi senza venir meno ad un suo preciso dovere verso il Paese[…] L’elettore che non abbia esercitato il diritto di voto, deve darne giustificazione al sindaco del comune di residenza […]. cL’elenco di coloro che si astengono dal voto (…) senza giustificato motivo è esposto per la durata di un mese nell’albo comunale. […] Per il periodo di cinque anni la menzione ‘non ha votato’ è iscritta nei certificati di buona condotta”. Tale mancato esercizio, se non motivato poteva, altresì, essere valutato negativamente ai fini del superamento di un bando di concorso pubblico.

Sarebbe auspicabile, comunque, tenuto conto dell’attuale facoltà di tale esercizio, che a tutti coloro che, per svariate ragioni debbano fare rientro al luogo di residenza anagrafica in Italia o dall’estero, fossero rimborsate  le spese di viaggio eventualmente anche sotto forma di detrazioni fiscali.

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