sabato, 20 Aprile, 2024
Editoriale

Coldiretti: dal Sinodo lezione per salvare il pianeta

“A conclusione del sinodo dei vescovi tenutosi in Amazzonia in questo mese di ottobre, è necessario per tutti noi avviare una riflessione sul valore che l’ambiente riveste nella nostra vita”. È quanto sollecita la Coldiretti in un accorato appello alla difesa della natura, della tutela delle risorse del pianeta, proponendo una domanda: “Quanto vale una foresta?”, la risposta della Coldiretti è un invito a “procedere con una riflessione sull’attuale situazione che viviamo”. Una riflessione che potremmo definire non solo umana ma anche esistenziale.

“Non serve essere uomini di fede, non importa la religione di appartenenza o l’ateismo, non importa la cultura ed il livello di educazione”, ricorda la Confederazione degli agricoltori, “esiste un piano spirituale che coinvolge tutti noi ed è in stretta relazione con il pianeta in cui viviamo: la madre Terra. Oggi più che mai il progresso scientifico ci ha portato a conoscere in modo approfondito le correlazioni tra viventi e tra viventi e fattori abiotici”. Per la Confederazione il primo obbligo che abbiamo come persone nei confronti del nostro pianeta è un rispetto “etico”, nel senso di avere una profonda presa di coscienza di come l’uomo si appropri delle risorse naturali senza tener conto del loro limite e della fragilità della natura.

“Capiamo perciò come le interconnessioni del pianeta siano a rischio a causa del sovrasfruttamento delle sue risorse”, fa presente la Coldiretti nel suo intervento, “questo è avvenuto in quanto il progresso tecnologico non è andato di pari passo al progresso etico. L’uomo di oggi rischia di diventare un ingranaggio nelle mani del profitto, profitto che è regolato da macchine e che può sfuggire al controllo umano”. Un racconto profetico che mette in evidenza su come la civiltà se non cambia direzione possa scivolare verso un punto di non ritorno, verso la sua auto distruzione.

“Sembrerebbe”, dice la Coldiretti, “una visione da film fantascientifico ma è davvero così. I calcoli alla base delle attività finanziarie di una borsa sono condotti da super computer che agiscono in modo automatico. Oggi far profitto attraverso la speculazione finanziaria è attività automatica. Poco importano i danni all’ambiente e all’uomo”.

Per la Coldiretti il rapporto uomo e natura è insostituibile, non c’è umanità senza la difesa del pianeta, lo sfruttamento selvaggio non è solo un danno all’ambiente ma lo sarà per tutti, per questo è urgente cambiare.
“Noi sappiamo che l’essere umano non è ciò che consuma”, sottolinea la Coldiretti nella sua riflessione, “ma ha una predisposizione alla ricerca della verità che lo induce a guardarsi nell’intimo e a cercare la natura ‘madre’. Se questa profonda sete di verità sulla propria vita viene accolta e soddisfatta attraverso percorsi di condivisione, di ricerca della bellezza, di incontri con altre culture, di vita all’aria aperta, per i credenti, di fede, si può davvero percepire il valore che la natura porta con sé”.

E arriviamo ora alle domande posta all’inizio del testo.

Quanto vale una foresta allora?
Vale il prezzo del legname? “Certamente sì. Vale l’ossigeno che produce e l’anidride carbonica che assorbe? Decisamente sì. Vale l’acqua che permette di incamerare nel sottosuolo, il patrimonio di animali, funghi, batteri che ospita? Ancora sì. Vale il messaggio di bellezza che porta, il benessere che determina, la salute che accresce? Assolutamente sì. Potremmo continuare a lungo”, evidenzia la Confederazione dei coltivatori diretti nella sua nota di adesione alle iniziative di Papa Francesco in difesa della Terra e delle foreste dell’Amazzonia, “L’invito che proviene dal Sinodo e che gli agricoltori di Campagna Amica condividono è quello di pensare alla terra come la nostra casa e all’economia come attività al servizio dei suoi abitanti. D’altronde l’ecologia è ‘lo studio della casa’ l’economia, ‘la sua gestione’. Cosa potremo mai gestire”, conclude l’appello della Coldiretti, “se l’oggetto della gestione, la terra, dovesse venir meno?”.

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