venerdì, 29 Marzo, 2024
Economia

Stirpe (Confindustria): bene lo stop del governo su MPS. Piano di Ripresa, attuare le riforme

Aiuti di Stato, per Confindustria lo stop del Governo sul caso MPS è la giusta via per riflettere sugli errori passati e presenti.
“L’aiuto dello Stato per le imprese in crisi non può essere il fine”, commenta Maurizio Stirpe, Vice Presidente di Confindustria per il Lavoro e le Relazioni Industriali, “ma solo uno dei passaggi di una strategia chiara e definita da subito anche nei tempi. Va usato con parsimonia e ci deve essere un termine oltre al quale non si può andare”.

Il caso MPS

Entrando nel merito Stirpe evidenzia come alcuni casi concreti, a partire da Mps: “il governo Draghi ha fatto bene a fermarsi e a riconsiderare la strategia e il percorso. Azioni di questo genere sono
positive e vanno perseguite se sono risolutive. Altrimenti sul lungo periodo producono effetti controproducenti. Meglio quindi aprire una riflessione prima di proseguire. In casi come Mps, Alitalia e Ilva”, osserva il vice presidente di Confindustria, “ha aggiunto – l’approccio è utile se viene caratterizzato da due requisiti. Prima è necessaria una pianificazione strategica dell’intervento. L’aiuto economico non può
essere il fine, ma deve essere un passaggio intermedio di una strategia.
E poi va definita la tempistica: ci deve essere un inizio e un termine oltre al quale non si va. Altrimenti si tratta di accanimento terapeutico. Non ci possono essere sostegni infiniti: l’aiuto deve essere limitato nella portata e connotato nell’impegno perché grava sulla fiscalità generale”.

Il caso Alitalia

“Alitalia”, sottolinea Stirpe, “è un esempio calzante. Le difficoltà strutturali della compagnia sono note da più di 20 anni e sarebbe stato preferibile adottare prima la soluzione trovata oggi. Oggi avremmo un’Ita più solida e si sarebbero risparmiati molti miliardi, realizzando un intervento più efficace e risolutivo”.

Crisi reversibili e irreversibili : “L’errore principale è l’incapacità di saper distinguere tra una crisi reversibile e una irreversibile”, spiega Stirpe, “prendiamo i casi dello stabilimento Whirlpool di Napoli e di Embraco a Torino. Era già chiaro da tempo che in quei due siti gli investimenti della multinazionale sarebbero stati interrotti. Piuttosto che accanirsi sulla tutela del posto di lavoro, quando il lavoro non c’è’ più, sarebbe stato meglio impiegare i soldi in un mix di strumenti e di politiche attive che rimettessero le persone nelle condizioni di trovare una nuova occupazione. Come Confindustria lo abbiamo ribadito al governo Draghi: puntiamo sulla tutela dell’occupabilità della persone, non del singolo posto, altrimenti la politica rischia di alimentare false aspettative.”

Pnrr e le riforme necessarie

Il vicepresidente di Confindustria entra nel merito del Piano nazionale di Ripresa con la destinazione delle risorse e il percorso delle riforme necessarie per attuarlo: “Per me”, osserva Stirpe, “l’aspetto cruciale
sono le riforme di cui il Paese ha bisogno. Quando si potevano fare liberamente non si è andati avanti. Ora siamo obbligati. Sono una condizione fondamentale per utilizzare i fondi, ma sono anche l’unica
strada per individuare nuove direttrici di sviluppo. Così riusciremo ad accorciare i gap in termini di competenze, divari territoriali, di genere e generazionali.

Attenti al corporativismo

“L’Italia è il Paese dei campanili e dell’eccesso di corporativismo” osserva l’esponente di Confindustria, “Facciamo tutti un passo indietro per farne poi due avanti. Le lamentele e le doglianze ci saranno sempre,
ma il governo deve tirare dritto. È tempo delle decisioni. Il Pnrr è un’occasione irripetibile che permetterà al Paese di completare le proprie infrastrutture e di affrontare il grande tema della transizione energetica in modo sostenibile sia da un punto di vista economico che sociale”.

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