giovedì, 18 Aprile, 2024
Politica

Il buco nero delle capitali stellate

Se c’è un luogo dove si sia registrato e si registri un clamoroso fallimento del cosiddetto nuovo modello di governo, questo è rappresentato da due grandi citta Italiane: Roma e Torino, entrambe affidate dagli elettori a due esponenti del M5S, Raggi e Appendino. 

Nella capitale sabauda, avvezza a gestioni della cosa pubblica concrete, senza enfasi e pregiudizi pseudo-ideologici, la nuova era sta coincidendo con una fase di marginalità e di decadenza della città e con una serie di appuntamenti mancati: per tutti le olimpiadi invernali rifiutate proprio per pregiudizi ostili agli avvenimenti di grandi dimensioni, specialmente se caratterizzati dall’esecuzione di opere. 

La deriva massimalista della maggioranza pentastellata è stata tale, da costringere una persona di per sè rispettabile, come la sindaca Appendino, a faticose, mortificanti ed estenuanti mediazioni, talvolta risolte con un guizzo di insofferenza. 

Se Torino soffre avendo però il paracadute di una società coesa e dal forte civismo è Roma, la capitale dell’Italia, che rischia il collasso per i velleitarismi e dilettantismi della compagine stellata, a cominciare dalla sindaca, come ama chiamarsi, che si rivela sempre più inadeguata al compito, certo difficile e complesso, di far fronte ai problemi di una città carica di storia e di nodi da risolvere. 

Lo sfascio dei servizi e delle società del comune trova sì le sue responsabilità anche in anni precedenti, ma mai come oggi è stato così diffuso e generalizzato, tanto estraneo al buon senso e ai doveri delle responsabilità da favorire una corrispondenza in decadenza della coesione sociale e della coscienza civile con un involgarimento complessivo che trova una su argine nel volontariato e in una mobilitazione del mondo cattolico dalle parrocchie agli ordini religiosi fino alle organizzazioni del laicato. 

Emblema visibile di questo sfascio la vergogna dei cumuli di spazzatura che deturpano strade e piazze e che hanno un corrispettivo di costi mastodontici per trasferite il pattume in altri regioni italiane ed europee: e tutto questo per la tenace pregiudiziale di non ricorrere come si fa altrove ai moderni impianti che trasformano in energie gli stessi rifiuti. 

Ormai non funziona quasi più nulla, come il sistema dei trasporti, specialmente la metro, che ostenta scale mobili rotte o a rischio e ascensori inagibili con indifferenza civica alle difficoltà degli anziani e dei disabili. 

Di Maio ci faccia un pensierino: se non sia meglio, per le stesse fortune del suo movimento, chiudere con questo esperimento fallimentare e mandarne a casa i responsabili.

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