mercoledì, 24 Aprile, 2024
Ambiente

L’Ue trascura l’ecodesign: danni per ambiente e consumatori

La legislazione europea in materia di etichettatura energetica e progettazione ecocompatibile potrebbe voler dire per i consumatori un risparmio totale di 40 miliardi di euro sulla bolletta energetica tra il 2020 e il 2030, e circa un terzo dei risparmi necessari per raggiungere l’obiettivo dell’UE di riduzione delle emissioni del 55%.

Uno strumento concreto per frenare le emissioni di gas serra in tutta l’Ue e aiutare realmente le famiglie, proprio in questi giorni in cui fa notizia l’annunciato rincaro sul mercato dell’energia del 40%.

Secondo un’analisi di ECOS e dell’European Environmental Bureau (EEB) per la campagna Coolproducts, a mettere a rischio gli obiettivi climatici e le tasche dei consumatori sono i ritardi dell’Ue. «L’ecodesign ha dimostrato di raggiungere gli obiettivi del clima e dell’economia circolare, tuttavia questo quadro essenziale viene stranamente trascurato», ha affermato Jean-Pierre Schweitzer, Senior Policy Officer for Circular Economy & Product Policy presso EEB.

Quanto costa il ritardo dell’Ue

Dal report “Delays in ecodesign implementation threaten 55% climate targets and cost citizens billions”, realizzato dalle organizzazioni ambientaliste emerge che “i regolamenti sull’ecodesign e sull’etichettatura energetica adottati fino al 2019 ridurranno il consumo di energia e carburante di molti prodotti e contribuiranno a ridurre le relative emissioni di circa 518 Mt/anno entro il 2030.

Ulteriori normative e revisioni già in corso o previste nel prossimo Ecodesign Working Plan potrebbero aggiungere altri 58 Mt/anno di riduzione delle emissioni entro il 2030. Ulteriori 30 Mt di riduzione delle emissioni indirette potrebbero essere ottenuti attraverso misure di efficienza delle risorse”.

Ad oggi, però, sembra sia stato implementato solo il 25% degli aggiornamenti previsti per il periodo 2016-2019. È invece ancora in fase di sviluppo in Commissione il piano di lavoro per il 2020-2024, che dovrebbe essere adottato con circa due anni di ritardo.

Queste lungaggini causeranno circa 10 milioni di tonnellate (CO2eq) di emissioni aggiuntive entro il 2030, l’equivalente di 5 milioni di auto aggiunte alle nostre strade.

Problema che impatta direttamente anche sui consumatori: a causa di una cattiva definizione delle politiche in materia, si stima che una famiglia spenderà 110 euro in più per l’energia entro il 2030.

L’ecodesign ancora troppo trascurato

L’etichetta energetica, introdotta dall’Ue nel 1994 ed estesa ad altri prodotti nel 2004, ha rappresentato un elemento decisivo per aiutare i consumatori nella scelta dei prodotti e per incoraggiare i produttori ad adoperare strumenti sempre più innovativi e tecnologici per la loro produzione.

Tant’è che secondo lo speciale Eurobarometro 492, nel 2019 l’etichetta energetica era riconosciuta dal 93% dei consumatori e il 79% l’ha presa in considerazione al momento dell’acquisto di prodotti efficienti sotto il profilo energetico. La progettazione ecocompatibile contribuisce a conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile in materia di energia e clima. Una definizione delle norme minime obbligatorie per l’efficienza energetica, infatti, consente la realizzazione di prodotti ecocompatibili e aumenta la competitività industriale e l’innovazione, tutto a vantaggio dei consumatori e dell’ambiente.

«L’ecodesign e l’etichettatura energetica sono le più grandi storie di successo dell’UE fino ad oggi – ha dichiarato Mélissa Zill, Program Manager per Ecodesign presso ECOS -. Tuttavia, la Commissione ha attivamente definanziato queste politiche per anni. Le politiche di ecodesign – ha continuato – si traducono direttamente in minori emissioni e bollette energetiche, nonché in una maggiore circolarità. Bisogna dare loro l’importanza che meritano».

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