venerdì, 19 Aprile, 2024
Economia

Pronto l’Euro digitale. Mancano decisione politica e regole certe 

A livello europeo, l’euro digitale è sostanzialmente pronto, almeno sul piano tecnologico. È quanto emerge dal rapporto 2021 della Banca d’Italia dal titolo: “Mercati, infrastrutture, sistemi di pagamento”. 

Le banche del vecchio continente sono già in grado di “coniare” monete virtuali, legali e sicure ma anche green, considerato il ridotto impatto sull’ambiente. Se sul piano tecnologico la partita contro le criptovalute fondate su un sistema di gestione decentrata può dirsi vinta, ciò che ancora impedisce la transizione tecnologica verso i nuovi strumenti di pagamento è la mancanza di una decisione politica e, prima ancora, di un impianto di regolamentazione condiviso.    

 

LA TECNOLOGIA DIGITALE AVANZA MA IL CONTANTE RESISTE
Nonostante lo sfrenato impiego tecnologico abbia fatto registrare un’accelerazione degli strumenti di pagamento digitali, complice anche una politica di cash-less che premia il ricorso a pagamenti con carte di credito e app digitali, l’uso del contante resta fortemente radicato nelle abitudini degli italiani.

Banca d’Italia ha pubblicato proprio in questi giorni un altro interessante rapporto “L’impatto della pandemia sull’uso degli strumenti di pagamento in Italia”. Ebbene, secondo Bankitalia i timori di contagio da Covid19 e le misure di contenimento dell’infezione hanno inciso in maniera rilevante sui comportamenti di famiglie e imprese. La pandemia ha certamente “incrementato l’uso delle carte rispetto al contante al punto vendita fisico e ha incoraggiato le transazioni tramite tecnologie di pagamento più innovative che favoriscono il distanziamento fisico come gli acquisiti con carte in modalità contactless”. La maggiore propensione all’utilizzo di strumenti di pagamento alternativi al contante ha rappresentato una novità per l’Italia che fino al 2019 si collocava tra i Paesi UE a minor numero di transazioni pro capite con mezzi differenti dal contante. Tale tendenza, tuttavia, sembra essersi fortemente attenuata, tanto che dall’ultimo rapporto della Community Cashless Society, emerge che nel 2021 l’Italia si è assestata al sestultimo posto nella classifica dei pagamenti digitali, peggio di noi solo Ungheria, Croazia, Grecia, Romania e Bulgaria. 

Insomma, il denaro contante sembra aver incassato il colpo ma determinato a vincere lo scontro con il titano digitale. 

 

IN ITALIA IL CONTANTE TOCCA IL PICCO PIÙ ALTO
Il valore del denaro contante in circolazione a maggio 2021 ha toccato il picco più alto dell’ultimi due lustri: 245 miliardi. In altri termini, siamo a livelli che superano il doppio del valore che si registrava nel 2019, in epoca pre-pandemia. Del resto, non è la prima volta che la vecchia moneta sonante sembri cedere ai colpi inferti dal susseguirsi di eventi epocali che ne preannunciavano la prematura estinzione, salvo poi riprendersi e dare prova di essere più forte di prima. 

In questo caso la ricarica sembra potersi attribuire ad almeno due fattori: l’incertezza verso un futuro tutt’altro che nitido che fa crescere l’esigenza dei consumatori di detenere un gruzzoletto di contanti e i tassi di interesse minimi che fanno del contante una valida forma di investimento, se non atro esente da rischi di svalutazione o di aggressione dei beni privati per effetto di politiche tributarie più incisive. 

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