Su clima ed energia al vertice del G20 “abbiamo due accordi: uno ha 25 articoli all’unanimita’, l’altro ne ha 58-60 all’unanimita’. La discussione e’ stata estremamente positiva e ha dato una risposta eccezionale, anche io sono un po’ sorpreso del fatto che questa cosa non sia letta in maniera positiva, ma un po’ conservativa. Ma le cose sono scritte e noi siamo contentissimi”. Lo ha detto Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, a margine di una lectio magistralis tenuta all’Universita’ di Genova.
Gli unici due articoli che sono rimasti fuori, ha ricordato Cingolani, sono il contenimento dell’aumento della temperatura di 1,5 gradi entro il 2030 e l’eliminazione del carbone entro il 2025. A non sottoscriverli sono stati Cina, India e Russia, “in relazione al fatto che sono economie con un miliardo di persone, non riescono ad accelerare come acceleriamo noi o Paesi piu’ leggeri. Hanno dichiarato che vogliono rimanere negli accordi di Parigi. Tutte le altre nazioni hanno detto di essere pronte a fare un’accelerazione”.
“Francamente – ha aggiunto ancora il ministro – capisco che per grandissimi Paesi con miliardi di abitanti cambiare il modello produttivo ed energetico per cambiare quel mezzo grado sia una roba molto grossa. Le notazioni sono due: primo, il fatto che tutti nel mondo, anche le nazioni piu’ grandi e complesse, abbiano detto che confermano gli accordi di Parigi, e’ di per se’ la notizia migliore di tutte. Capisco che il mezzo grado che proponiamo come accelerazione faccia un po’ paura a Paesi come Cina, India e Russia perche’ non e’ solo una scelta climatica, ma di natura socio economica e politica. Loro hanno detto di voler demandare la decisione al G20 dei capi di Stato che mi sembra una risoluzione molto ragionevole”, ha concluso.