domenica, 27 Luglio, 2025
Esteri

Tregua a Gaza, negoziati su uno yacht in Costa Smeralda. Hamas: 900 prigionieri per 10 ostaggi

L'Ufficio di Netanyahu: "Praticabile", e richiama in patria i negoziatori. Ministro dell'ultradestra israeliana: "Tutta la Striscia sarà ebraica, la stiamo cancellando". Israele, 70 camion di aiuti entrati a Gaza

I negoziati per una tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi potrebbero essere approdati, letteralmente, sulle acque della Costa Smeralda. Secondo il giornalista di Axios Barak Ravid, ieri in Sardegna si sono incontrati l’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff, il ministro israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani. Le indiscrezioni parlano di un vertice tenutosi a bordo di un mega-yacht al largo di Olbia. In precedenza, si era parlato di Roma come sede del vertice, ma la Casa Bianca si è limitata a confermare che Witkoff si trova “in Europa”.

L’incontro arriva all’indomani della risposta ufficiale di Hamas alla proposta israeliana di cessate il fuoco di 60 giorni. Il movimento islamista ha presentato modifiche rilevanti: maggiore accesso per gli aiuti umanitari, un ritiro più esteso delle truppe israeliane e soprattutto garanzie scritte per una fine permanente della guerra.

Tra i punti più controversi, la richiesta di sostituire l’attuale Gaza Humanitarian Foundation con la supervisione diretta delle Nazioni Unite. Hamas ha inoltre avanzato una nuova richiesta in termini di scambio di prigionieri: 2.200 palestinesi da liberare in cambio di 10 ostaggi israeliani ancora in vita, inclusi 200 condannati all’ergastolo per omicidio e altri 2.000 arrestati dopo il 7 ottobre. Si tratta di un netto aumento rispetto alla proposta precedente, che prevedeva la liberazione di 1.325 detenuti. Secondo una fonte israeliana, questa controproposta è stata definita “inaccettabile” ma interpretata come una posizione iniziale negoziale, non definitiva. Le consultazioni proseguono tra Gerusalemme e Doha. Il premier Benjamin Netanyahu ha parlato con la delegazione qatariota, mentre a Roma si è svolto un incontro preparatorio tra Dermer e Witkoff. Secondo fonti israeliane, la risposta di Hamas “è migliorata, ma non abbastanza”.

“Tutta Gaza sarà ebraica”

Intanto, le tensioni politiche interne e internazionali si inaspriscono. Il ministro israeliano di estrema destra Amihai Ben-Eliyahu ha scatenato indignazione con una dichiarazione scioccante: “Tutta Gaza sarà ebraica. La stiamo cancellando. Grazie a Dio, stiamo estirpando questo male.” Le sue parole, rilanciate da Barak Ravid su X, hanno alimentato le accuse di pulizia etnica mosse da diverse organizzazioni internazionali.

70 camion di aiuti

Sul fronte umanitario, il Coordinatore israeliano delle Attività Governative nei Territori (COGAT) ha dichiarato che ieri 70 camion di aiuti sono entrati a Gaza, tramite i valichi di Kerem Shalom e Zikim. Ma le Nazioni Unite denunciano una situazione disperata: secondo l’UNFPA, la mancanza di cibo, il collasso sanitario e lo stress psicologico stanno causando “una catastrofe” per donne incinte e neonati. Nei primi sei mesi del 2025, 220 madri sono morte durante il parto, venti volte più che in tutto il 2022. Almeno venti neonati sono deceduti entro le prime 24 ore dalla nascita, e un terzo dei bambini è nato prematuro o sottopeso.

Europa

La tensione cresce anche sul piano diplomatico. Secondo Der Spiegel, un numero crescente di diplomatici tedeschi avrebbe chiesto al governo di Berlino una posizione più critica verso Israele, inclusa la sospensione delle forniture militari. Circa 130 funzionari del Ministero degli Esteri tedesco avrebbero aderito a un gruppo online per coordinare la protesta, in attesa di un possibile incontro con il ministro Johann Wadephul. Dura anche la reazione dell’Unione Europea alla politica israeliana in Cisgiordania.

“L’annessione è illegale secondo il diritto internazionale”, ha ribadito ieri un portavoce della Commissione europea, riferendosi al recente voto della Knesset sulla sovranità israeliana nei territori occupati dal 1967. “Se Israele non rispetta gli accordi presi con l’Ue, ogni opzione resta sul tavolo”, ha aggiunto il portavoce, sottolineando le difficoltà estreme in cui operano gli aiuti umanitari nella Striscia. Da parte loro media vaticani hanno espresso perplessità sulle conclusioni dell’indagine israeliana relativa all’attacco alla parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza avvenuto giovedì scorso. Dubbi sono stati sollevati anche sugli incendi in Cisgiordania, attribuiti ai coloni ma minimizzati dall’IDF.

Iran

Infine, un segnale di apertura arriva dall’Iran: il neopresidente Masoud Pezeshkian ha confermato che Teheran proseguirà l’arricchimento dell’uranio “in conformità con gli standard internazionali”, pur ribadendo il rifiuto delle armi nucleari. Pezeshkian ha dichiarato che l’Iran è disposto a riprendere i negoziati con gli Stati Uniti, ma solo sulla base del principio “win-win”, escludendo imposizioni e minacce.

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