Il Medioriente è sprofondato in una delle ore più buie della sua storia recente. Nelle prime ore di oggi, l’Iran ha lanciato un massiccio attacco missilistico contro Israele, colpendo obiettivi civili e militari in tutto il Paese. Quasi in contemporanea, gli Stati Uniti hanno risposto con una delle operazioni militari più audaci degli ultimi anni: un bombardamento diretto contro tre siti nucleari iraniani, segnando ufficialmente l’ingresso americano nel conflitto. È una svolta drammatica che rischia di incendiare l’intera regione, con ripercussioni su scala globale. L’offensiva iraniana è cominciata poco dopo la mezzanotte. Secondo le autorità israeliane e fonti militari, oltre 30 missili balistici sono stati lanciati dal territorio iraniano in direzione di Israele. Le sirene di allarme hanno risuonato senza sosta da Tel Aviv ad Haifa, fino alla regione del Sharon e alla Shfela. Forti esplosioni sono state udite in numerosi centri urbani, mentre i sistemi di difesa aerea israeliani tentavano di intercettare le traiettorie in arrivo. I soccorritori parlano di diversi edifici colpiti e di decine di feriti, ma il bilancio è ancora provvisorio.
La risposta americana
La replica statunitense non si è fatta attendere. Alle 2 di notte, ora italiana, il Presidente Donald Trump è intervenuto con un messaggio alla nazione, annunciando l’inizio di una vasta operazione militare contro tre impianti nucleari in Iran: Fordow, Natanz e Isfahan. L’attacco – condotto da bombardieri strategici B-2 Spirit decollati da basi USA in Medio Oriente e supportati da navi lanciamissili – è stato descritto dal Pentagono come “chirurgico, ma devastante”. Secondo il Washington Post, le forze americane hanno utilizzato almeno sei bombe GBU-57, le cosiddette ‘Massive Ordnance Penetrator’, progettate per perforare le strutture sotterranee più protette. In particolare, il sito di Fordow, nascosto sotto una montagna e considerato il cuore segreto del programma nucleare iraniano, sarebbe stato gravemente danneggiato. Gli altri due obiettivi, Natanz e Isfahan, erano già stati colpiti in passato da operazioni israeliane, ma il raid americano ha avuto un’intensità senza precedenti.
In conferenza stampa, il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha definito l’operazione “un successo incredibile”, specificando che “nessun civile né soldato iraniano è stato colpito”, ma che “le capacità nucleari dell’Iran sono state annientate”. “Abbiamo dimostrato al mondo che la deterrenza americana è tornata”, ha dichiarato, lanciando un appello diretto a Teheran: “Se l’Iran vuole la pace, ora è il momento di ascoltare”.
“Se non ci sarà pace, i prossimi attacchi saranno più grandi”
Trump ha rivendicato personalmente la missione, parlando di “una brillante operazione militare” e confermando che “tutti i nostri aerei sono rientrati sani e salvi”. Su Truth, il suo social network, ha scritto: “Abbiamo mandato un messaggio chiaro. Il tempo della tolleranza è finito. L’Iran deve fermarsi subito. Se non ci sarà pace, gli attacchi futuri saranno ancora più grandi”. Il Presidente ha poi ringraziato il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per la stretta collaborazione tra i due governi. In un videomessaggio pubblicato su X, il Premier israeliano ha elogiato la decisione americana: “Questo è un giorno storico. La giusta potenza degli Stati Uniti ha colpito al cuore un regime che minaccia la stabilità del mondo intero”.
“Un’aggressione senza precedenti”
La reazione dell’Iran non si è fatta attendere. Il Ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha parlato di “atto criminale” e ha promesso una risposta “dura, proporzionata e immediata”. “Difenderemo la nostra sovranità con ogni mezzo necessario – ha dichiarato – nel pieno rispetto della Carta delle Nazioni Unite. Ma questa aggressione non resterà impunita.” In un comunicato ufficiale, le Guardie della Rivoluzione (Pasdaran) hanno annunciato che “gli Stati Uniti e i loro alleati si pentiranno amaramente”. Secondo fonti locali, l’esercito iraniano è stato posto in stato di massima allerta e il Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale ha convocato una sessione straordinaria. Mentre nelle piazze si moltiplicano le manifestazioni antiamericane, con migliaia di cittadini scesi in strada a Teheran e Qom, le autorità valutano le prossime mosse. “La nostra risposta sarà di una portata mai vista prima”, ha dichiarato un alto ufficiale delle forze armate iraniane alla televisione di Stato.
La comunità internazionale teme una catastrofe
Intanto il mondo osserva con crescente preoccupazione. Il ministero degli Esteri russo ha parlato di “una crisi che può facilmente sfuggire di mano”, sottolineando il rischio di una “escalation incontrollata”. La Turchia ha diffuso un comunicato ufficiale in cui si dice “profondamente preoccupata” per gli sviluppi in corso, accusando l’intervento americano di aver “amplificato al massimo il rischio di un conflitto regionale su scala globale”. L’Unione europea ha convocato una riunione d’emergenza dei ministri degli Esteri, mentre il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha chiesto a tutte le parti di “fermarsi immediatamente” e avviare “un dialogo urgente per evitare una guerra totale”.