
“La scadenza del Pnrr incombe”. Con queste parole il Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busìa ha aperto ieri la sua relazione annuale al Parlamento: ha lanciato un monito chiaro sulla situazione critica della spesa pubblica e della gestione delle risorse legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il quadro tracciato da Busìa è allarmante: in alcuni settori la spesa è ancora inferiore al 30% delle risorse disponibili, nonostante l’accelerazione impressa negli ultimi mesi. Alla base del rallentamento, secondo l’Anac, c’è una serie di criticità strutturali che rischiano di compromettere non solo gli obiettivi del Pnrr ma anche l’intero sistema di appalti pubblici, già segnato da affidamenti diretti e frazionamenti sospetti.
Nel 2024 il mercato dei contratti pubblici ha segnato una flessione del 4,1% rispetto al 2023, toccando i 271,8 miliardi di euro per 267.000 procedure di gara. In particolare, il comparto dei lavori ha registrato un crollo del 38,9%. Allarmanti anche i dati sugli affidamenti diretti, che nel settore dei servizi e delle forniture hanno raggiunto il 98%. L’abuso di queste pratiche, soprattutto per importi a ridosso della soglia dei 140.000 euro, è più che triplicato rispetto al 2021.
Le lacune normative
Busìa ha denunciato anche un eccesso di frazionamento artificioso degli appalti, una tecnica utilizzata per rimanere sotto soglia ed evitare gare pubbliche, creando terreno fertile per infiltrazioni mafiose e sprechi. Uno dei temi più controversi toccati dal Presidente riguarda l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, che ha lasciato un vuoto di tutela non colmato da altre forme di controllo. Si assiste, secondo Busìa, a un indebolimento delle garanzie amministrative e alla progressiva erosione della separazione tra politica e gestione.
Altra nota dolente è l’assenza di una disciplina organica sul lobbying, che rende opaca l’attività dei portatori d’interesse. L’Anas su questo punto propone una regolamentazione chiara e trasparente, con canali digitali pubblici accessibili anche alle realtà meno strutturate.
Subappalti e sicurezza
Nel 2024 si sono registrate 1.448 annotazioni per violazioni su salute e sicurezza, con un incremento del 43% rispetto al 2023 e dell’87% rispetto al 2022. I subappalti a cascata risultano tra i principali responsabili di queste criticità. Anac propone il rafforzamento delle verifiche su tutta la catena dei subappalti e l’adozione del sistema della patente a punti, integrata con le banche dati nazionali. Un altro fronte emergente è quello dell’Intelligenza Artificiale nella Pa. Busìa ha avvertito che molte amministrazioni non sono preparate a gestire le nuove tecnologie, con il rischio che decisioni cruciali vengano delegati a operatori privati tramite algoritmi opachi. Serve una trasparenza algoritmica, nuovo presupposto della legalità pubblica.
La gestione delle risorse del Pnrr resta la questione più urgente. In troppi settori si registrano ritardi significativi, con percentuali di spesa sotto il 30%. Busìa propone un collegamento strutturale tra Pnrr e fondi europei e nazionali, così da assicurare continuità ai progetti più strategici anche dopo il 2026.
Parità di genere e giovani
Nonostante le clausole previste dal Pnrr, nel 2024 le gare contenenti misure a favore della parità di genere e generazionale sono cresciute meno del 2%. Il freno arriva dalla presenza di troppe eccezioni e dalla mancanza di incentivi per un cambio culturale reale. Busìa ha denunciato anche l’uso distorto delle gare nella sanità: macchinari acquistati a basso costo con servizi di manutenzione onerosi e la pratica dei ‘gettonisti’, che indebolisce il Ssn. Serve, secondo Anac, una valorizzazione del merito e l’uso sistematico di concorsi pubblici.
Nonostante le criticità interne, Anac ha consolidato la sua posizione a livello globale: nel 2024 ha assunto la presidenza della rete europea per l’etica pubblica, la vicepresidenza dell’associazione internazionale anticorruzione e un ruolo attivo nel supporto alle autorità di Ucraina e Palestina. Ma l’Italia ha perso dieci posizioni nell’indice di percezione della corruzione di Transparency International.