sabato, 22 Febbraio, 2025
Le Storie

Perché la festa della donna è un’ipocrisia

Nel 2024 si parla ancora di 8 marzo come festa per celebrare la donna, ma è ancora purtroppo solo un modo per zittire per un giorno chi “si lamenta” della disparità di genere e di tutto ciò che una donna deve affrontare giornalmente solo per il fatto di essere donna. 

Sarà forse banale dire semplicemente che l’8 marzo dovrebbe essere tutti i giorni ma purtroppo la banalità del male è proprio quello di celarsi dietro a questa ricorrenza per celebrare solo per un giorno una figura che viene “disprezzata” durante l’anno. 

Alla luce poi dell’aggiunta nella Costituzione francese del diritto all’aborto mi viene da riflettere su come la festa della donna in Italia sia una grandissima finzione. 

 Ma quali sono i motivi che mi hanno portata a pensarla così?  

Partiamo dal fatto che, dall’inizio del 2024 le donne uccise sono 20 e i loro nomi – che non dovremmo mai dimenticare- sono: 

Rosa D’Ascenzo uccisa il 1 gennaio,  

Delia Zarniscu 5 gennaio, 

Maria Rus 5 gennaio, 

Wendy 8 gennaio,  

Teresa Sartori 8 gennaio, 

Maria Cirafici 9 gennaio, 

Elisa Scavone 11 gennaio, 

Ester Palmieri 11 gennaio, 

Annalisa Rizzo 22 gennaio, 

Silvana Bucci 6 febbraio, 

Santina Delai 7 febbraio,  

Ewa Kaminska 8 febbraio,  

Antonella Salamone 11 febbraio, 

Renée Amato 13 febbraio, 

Nicoletta Zomparelli 13 febbraio, 

Alessandra Mazza 14 febbraio,  

Maria Atzeni 24 febbraio, 

Maria Battista Ferreira 26 febbraio, 

Sara Buratin 27 febbraio, 

Brunetta Salvestrini 1 marzo. 

Potremmo fermarci qui, perché per il solo fatto che ancora oggi ci siano donne uccise quotidianamente per il solo fatto di essere donne mi sembra ipocrita osannare questa figura mistica della donna vista come una santa da idolatrare solo l’8 marzo per poi tornare ad ucciderla e a denigrarla dal giorno dopo. 

 Ma andiamo avanti. 

 Secondo dati riportati dal ministero della salute  

“…… Per quanto attiene l’obiezione di coscienza, nel 2020 il fenomeno ha riguardato il 64,6% dei ginecologi (valore in diminuzione rispetto al 67,0% del 2019), il 44,6% degli anestesisti e il 36,2% del personale non medico. Si rilevano ampie variazioni regionali per tutte e tre le categorie.” 

 Nel 2021 invece si registra tra i ginecologi il 63,4%, tra gli anestesisti il 40,5% e per il personale non medico il 32,8%.  

Nonostante quindi si registri una leggera diminuzione degli obiettori di coscienza, possiamo a mio parere affermare che sia un fenomeno troppo ampio e che non sia normale non permettere a una donna di scegliere cosa fare con il proprio corpo. Con questo non voglio dire che l’aborto debba essere usato come metodo contraccettivo ma allo stesso tempo com’è possibile che nel 2024 ci siano ancora persone esterne che decidono sul corpo di una donna?  

Per me è anche più grave che queste persone che esercitano questo tipo di controllo siano medici, persone che hanno studiato e dedicato la vita alla medicina e che dovrebbero quindi essere imparziali e non portare in sala operatoria il loro pensiero personale.  

Quello che molte persone non capiscono poi è che, essere contro l’aborto non è il problema, perché nessuno vi obbliga a pensare che l’aborto sia una cosa bella o che per forza voi dobbiate abortire.  

Proprio perché voi con il vostro corpo potete fare quello che volete, potete non abortire, ma questo non significa che una persona che sente la necessità di farlo debba essere da voi obbligata a fare un’altra scelta. 

Si tratta di libertà, non di obbligare tutti ad abortire. 

Se io un giorno dovessi rimanere incinta vorrei sicuramente valutare tutte le opzioni prima di abortire ma il mio medico dovrebbe semplicemente aiutarmi dandomi tutte le informazioni necessarie affinché io possa fare la scelta migliore, non obbligarmi a tenere il bambino senza sentir ragione. 

 Come nessuno vi obbliga ad abortire nessuno dovrebbe obbligare altre donne a non farlo. 

 Poi andando avanti parlando del gender pay gap, ovvero la differenza salariale tra uomo e donna. 

Secondo il Globar Gender Gap Report 2023 del World Economic Forum, la parità in busta paga tra uomini e donne è prevista per il 2154.  

In Italia vi è ancora una disparità salariale tra uomini e donne e inoltre in alcuni casi si rilega la donna a ruoli minori perché ritenuta inadatta a ricoprire cariche più importanti e no, il fatto che Giorgia Meloni sia presidente del consiglio non significa che ora tutte le donne avranno le stesse possibilità degli uomini, c’è ancora tanta, troppa strada da fare. 

 Ci sarebbero tantissime altre cose da dire.  

Ma la cosa più importante è che non si può parlare di festa delle donne riducendola in maniera così semplicistica come fa la nostra società, soprattutto in un momento storico del genere, con tutto ciò che accade, si dovrebbe parlare di festa della ricerca della parità, di festa della libertà della donna ecc…  

 Quest’anno pensiamoci un po’ di più prima di festeggiare a caso questa ricorrenza, pensiamo a tutto quello che le donne hanno conquistato con fatica ma soprattutto a tutto ciò che ancora devono conquistare.  

Uomini pensate a come trattate le donne intorno a voi sempre non solo l’8 marzo per 2 minuti mentre comprate una mimosa. 

Quest’anno agiamo tutti un po’ di più in favore delle donne. 

 

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