Lunedì 19 febbraio il Brasile ha richiamato il suo ambasciatore in Israele. Il richiamo è conseguenza delle dichiarazioni del ministro degli esteri israeliano, che ha definito il presidente Lula persona non grata.
Federico Mayer, ambasciatore del Brasile in Israele, è stato richiamato in patria dal ministero degli esteri. Questo è avvenuto dopo che il ministro degli esteri israeliano Katz ha dichiarato il presidente brasiliano Lula “persona non grata” in Israele. La formula “persona non grata” nel linguaggio diplomatico è usata per dichiarare che i rappresentati di un paese non saranno più accettati sul suolo nazionale. Se un diplomatico viene dichiarato “persona non grata” perde l’immunità diplomatica e quindi solitamente viene richiamato in patria.
Le dichiarazioni di Lula
Lula è stato dichiarato “persona non grata” a causa di alcune sue dichiarazioni sulla guerra a Gaza, espresse durante un incontro con l’Unione Africana ad Addis Abeba. Durante una conferenza stampa il presidente brasiliano ha dichiarato che a Gaza è in corso un genocidio. Ha anche aggiunto che la situazione a Gaza non ha paralleli nella storia, ad eccezione dello stermino degli ebrei nella Germania nazista. Il primo ministro israeliano Netanyahu ha dichiarato che le parole di Lula sminuiscono la Shoah e ledono il diritto alla difesa del popolo ebraico. Il ministro Katz ha aggiunto che Lula rimarrà “persona non grata” fino a quando non chiederà scusa e ritratterà quanto detto ad Addis Abeba.
Il richiamo dell’ambasciatore
Il richiamo di un ambasciatore si potrebbe definire come un ammonimento diplomatico. Questo atto è il primo passo verso un possibile ritiro dell’ambasciatore, atto formale che causa la rottura totale delle relazioni diplomatiche tra i paesi coinvolti. L’ambasciata e i consolati brasiliani in Israele continueranno a funzionare in seguito al richiamo, ma l’assenza dell’ambasciatore lascerà il Brasile senza una rappresentanza formale.