mercoledì, 27 Novembre, 2024
Geopolitica

Dilaga la pandemia degli autocrati

C’è una pandemia di azioni autocratiche che spazzano via le regole della convivenza civile tra i popoli e riducono la vita umana a una banconota senza valore. Il terrorismo ed i suoi sponsor hanno già aperto troppi fronti contro l’umanità: la guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, il tentativo costante di provocare una crisi nel mercato alimentare mondiale, la terribile destabilizzazione in Africa ed ora la guerra in Medio Oriente.

Per l’intelligence britannica, la partnership fra la Russia e l’Iran si è rafforzata in questi ultimi anni ed ha subito una ulteriore accelerazione dall’inizio della guerra di aggressione su larga scala contro l’Ucraina. Peraltro, Mosca ha relazioni di vecchia data anche con Hamas, tanto che a marzo ha ospitato una sua delegazione di alto livello.

Per anni il Cremlino ha fatto credere di essere capace di tenere a bada Teheran in Medio Oriente, ma gli attacchi iniziati sabato hanno dimostrato che non aveva alcun interesse a farlo.

Del resto, seguendo l’esempio di un autocrate, altri hanno incendiato il mondo da diverse parti, creando l’impressione di una “guerra di tutti contro tutti”.

Gli attacchi terroristici contro Israele sono solo l’ultima tessera di un mosaico sempre più composito realizzato dagli autocrati coalizzati nella loro guerra al mondo libero.

Hamas non è una creazione iraniana, ma è una emanazione dei Fratelli Musulmani egiziani. Tuttavia, l’Iran di Ali Khamenei ha sostenuto apertamente l’assalto armato di Hamas contro Israele e i suoi alleati, invocando l’insurrezione da parte della galassia che le ruota attorno. In Libano ci sono i miliziani di Hezbollah; a Baghdad le milizie filoiraniane di Kat’aib Hezbollah. L’Iran addestra anche i soldati del movimento separatista Polisario, che lotta contro l’integrità territoriale del Marocco.

“Chiunque usa il terrore è un criminale davanti al mondo intero, così come chiunque sponsorizza il terrorismo”, ha affermato Volodymyr Zelenskyy, aggiungendo che “Israele ha tutto il diritto di difendersi”. L’assalto, ha spiegato il presidente ucraino, “è stato meticolosamente preparato, il mondo intero sa quale sponsor del terrorismo può aver incoraggiato e organizzato l’attacco”.

Il presidente ucraino, nel suo discorso, ha mosso accuse precise. “Disponiamo di dati che dimostrano chiaramente – ha detto Zelenskyy – che la Russia è interessata a fomentare la guerra in Medio Oriente. In modo che una nuova fonte di dolore e sofferenza possa erodere l’unità globale ed esacerbare le divisioni e le controversie, aiutando la Russia a distruggere la libertà in Europa. Possiamo vedere i propagandisti russi esultare. Possiamo vedere gli amici di Mosca iraniani tendere apertamente una mano a coloro che hanno attaccato Israele. Tutto ciò rappresenta una minaccia molto più grande di quanto il mondo sia attualmente consapevole. Le guerre mondiali del passato furono innescate da aggressioni locali. Sappiamo come contrastare questa minaccia. Abbiamo già preparato i passi necessari. E il nostro obiettivo primario è proteggere la necessità della massima unità globale”

Le immagini della televisione di Stato iraniana, che hanno mostrato la seduta del Parlamento a Teheran aperta dai deputati ultraconservatori che, avuta notizia degli attacchi di Hamas, gridavano “morte a Israele” hanno sconvolto il mondo.

In effetti, sarebbe un errore pensare che quanto sta accadendo in Medio Oriente sia un fatto isolato. Gli analisti dell’Institute for the Study of War (ISW), nella loro “Valutazione della campagna offensiva russa”, hanno commentato: “Il Cremlino ha messo in atto diverse operazioni di informazione in seguito agli attacchi di Hamas in Israele, accusando principalmente l’Occidente di aver trascurato i conflitti in Medio Oriente a favore del supporto all’Ucraina e sostenendo che la comunità internazionale cesserà di prestare attenzione all’Ucraina rivolgendo l’attenzione al Medio Oriente”.

Che la Russia cerchi di sfruttare quanto accaduto per alimentare la propria narrativa risulta chiaro. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev – viene riportato nella valutazione dell’ISW – ha affermato che gli USA ed i loro alleati avrebbero dovuto impegnarsi per lavorare ad una “soluzione palestinese-israeliana” piuttosto che “interferire” con la Russia e fornire all’Ucraina aiuti militari.

Il propagandista russo Sergei Mardan ha affermato che la Russia trarrà beneficio dall’escalation poiché “il mondo così distoglierà la mente dall’Ucraina per un po’ e si impegnerà ancora una volta a spegnere il fuoco eterno in Medio Oriente”.

Cavalcare il tragico momento attraversato da Israele per approfittarne, cercando di frenare gli aiuti dell’Occidente a Kyiv, a vantaggio della Russia sembra essere un argomento ricorrente nell’ambiente informativo russo, con molti blogger russi concentrati in gran parte sugli attacchi di Hamas in Israele, ed alcuni che hanno promosso le operazioni di informazione del Cremlino sostenendo che l’attenzione dell’Occidente si sia spostata dall’Ucraina a Israele. Niente è più lontano dalla realtà. Il Wall Street Journal, all’indomani degli attacchi di Hamas, ha riferito che i senatori statunitensi di entrambi gli schieramenti vogliono approvare nelle prossime settimane un pacchetto annuale di aiuti all’Ucraina per un ammontare compreso tra 50 e 100 miliardi di dollari. Democratici e repubblicani al Congresso hanno, inoltre, espresso pieno sostegno a Israele e hanno promesso che gli Stati Uniti saranno al suo fianco.

È evidente come le dittature condividano obiettivi comuni. Solo un mese fa, il leader nordcoreano Kim Jong-un ha compiuto – come raramente accade – un viaggio fuori dal Paese per incontrare il presidente russo Vladimir Putin e promettergli il suo pieno sostegno.
La maggiore collaborazione militare tra le due nazioni e ciò che Pyongyang può fare per rafforzare l’arsenale di armi esaurito di Mosca, mentre la guerra in Ucraina continua, sono stati gli argomenti affrontati durante l’incontro.

Anche il sodalizio tra Xi Jinping e Putin, che si basa sulla priorità comune – in politica estera – di screditare e smantellare l’attuale ordine mondiale a trazione statunitense, si fa sempre più solido.

Quando Pechino ha simulato attacchi aerei con munizioni vere contro Taiwan non è mancato l’endorsement di Mosca alla Cina. Così come, il supporto determinante della Cina allo sforzo bellico della Russia contro l’Ucraina non è mai mancato. La retorica sino-russa antiamericana e anti-NATO ha sempre più caratterizzato le dichiarazioni congiunte dei due autocrati.

Il caso ucraino e quello israeliano sono due tessere dello stesso mosaico, in cui le autocrazie si contrappongono alle democrazie. Chi in Occidente si ostina a voler immaginare scenari differenti, affrontabili con geometrie geopolitiche variabili, è destinato, prima o poi, a fare i conti con questa realtà.

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