giovedì, 19 Dicembre, 2024
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Spreco alimentare, oltre 930 milioni di tonnellate di cibo finisce nella spazzatura

Lo spreco alimentare si riferisce a ‘l’insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare ancora perfettamente commestibili e potenzialmente destinabili al consumo umano che, in assenza di uso alternativo, sono destinati ad essere eliminati e smaltiti’. Lo spreco di cibo è dovuto principalmente allo scarto, da parte dei venditori e dei consumatori, di prodotti che non corrispondono a uno standard ideale e appetibile sul mercato. Spesso frutta e verdura, perfettamente commestibili, vengono scartate perché ammaccate, di pezzatura più piccola della media o con forme insolite. Un altro fattore è la tendenza dei consumatori a non comprare cibo vicino alla data di scadenza. A livello di distribuzione, resta poi il problema dell’invenduto, poiché l’offerta supera spesso la domanda. Mentre a livello domestico spesso viene comprato e cucinato più cibo del necessario, che poi viene buttato perché andato a male prima di consumarlo oppure semplicemente perché avanzato sulla tavola. Secondo i dati UNEP 2021 e FAO 2021 i numeri allarmanti relativi alle quantità di cibo che finiscono nella spazzatura corrispondono a 931 milioni di tonnellate (nel 2019) di cui la metà ancora perfettamente commestibile, a fronte del 9% circa della popolazione mondiale che soffre ancora la fame. Il percorso, per arginare questo fenomeno dilagante, richiede un’azione redistributiva che inizi dai campi, proseguendo per le aziende agricole e le imprese agroalimentari fino alla catena distributiva e infine nelle case dei consumatori, proprio dove lo spreco alimentare si aggrava con oltre il 60% degli sperperi di cibo (UNEP 2021). Per le due organizzazioni delle Nazioni Unite, circa il 17% della produzione alimentare globale va perso o sprecato nel passaggio fra il produttore e il consumatore, l’11% va perso negli ambienti domestici, il 5% sprecato nel servizio alimentare e il 2% nei punti vendita al dettaglio.

Spreco alimentare a livello globale

Il Food Waste Index Report ’21 (Indice di spreco alimentare) elaborato dall’UNEP rivela che, a livello mondiale, ciascuna persona spreca 74 kg di alimenti ogni anno; nel dettaglio, i dati nazionali del report collocano l’Italia leggermente al di sotto della media globale, con 67 kg di cibo pro capite gettato annualmente. Da queste informazioni ufficiali si capisce che lo spreco alimentare non solo dovrebbe essere evitato in quanto alimenti ancora buoni diventano rifiuto, ma anche perché l’alimento in quanto tale ha richiesto l’utilizzo di risorse per la sua produzione e richiede ingenti risorse ulteriori per il suo smaltimento. Il Food Waste Index Report attualmente rappresenta la più attendibile stima dello spreco alimentare a livello globale. Il fenomeno dello spreco di cibo non riguarda soltanto paesi a reddito elevato, i loro dati infatti non si discostano molto da quelli rilevati in paesi a reddito medio o medio-basso, ma a differenziare questi valori sono le cause relative alle perdite e agli sprechi tra i vari stati del mondo. Secondo il report, per i paesi del Nord del Pianeta, esse principalmente sono legate all’eccessiva produzione e acquisto di cibo, gettato via quando ancora commestibile; allo scarso valore riconosciuto al cibo, perché la produzione di massa ha permesso di contare su una maggiore varietà a prezzi sempre più bassi; alla mancata pianificazione degli acquisti, dovuta a ritmi familiari sempre più frenetici e alla possibile scarsa conoscenza in generale. Per i Paesi del Sud del mondo, invece, lo spreco è associato soprattutto alla mancanza di infrastrutture, di tecniche di coltivazione e raccolto efficienti; alle carenze nei trasporti e nella distribuzione; alle tecniche di immagazzinamento e conservazione inadatte e alle condizioni climatiche spesso avverse.

Lo spreco alimentare in Italia

In occasione della X Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare è stato diffuso il Waste Watcher Italia 2023, report dell’Osservatorio Internazionale ‘Waste Watcher on Food and Sustainability’. Tale indagine ha approfondito le dinamiche dello spreco di cibo nel nostro Paese, esaminando i comportamenti alimentari degli italiani. Waste Watcher Italia ha mostrato che lo spreco medio individuale domestico alimentare è notevolmente diminuito rispetto al 2022, anno in cui ciascun individuo avrebbe gettato nella spazzatura oltre mezzo chilogrammo di cibo pro capite alla settimana, ossia circa -12% rispetto all’indagine dell’anno prima. Tuttavia, secondo queste stime il valore economico dello spreco è comunque alto (6,48 miliardi di euro all’anno). Considerando l’intera filiera, dal produttore al consumatore, tra perdite in campo e nella catena dell’industria e della distribuzione del cibo, il report ha ulteriormente rilevato che 4,2 milioni di tonnellate di cibo, per un valore di 9,3 miliardi di euro, sono state gettate. Inoltre, l’indagine nell’approfondire le abitudini di spesa e consumo ha individuato che gli italiani hanno ridotto il consumo extra-domestico di pasti e hanno manifestato una maggiore attenzione nelle pratiche di acquisto mostrando una maggior attenzione alla prevenzione degli sprechi.

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