sabato, 20 Aprile, 2024
Esteri

L’ispirazione israeliana e la sua vocazione collettiva

Il nuovo governo d’Israele è nato. Il leader centrista Lapid, ceppo di una neonata coalizione: la prima senza Netanyahu dopo dodici anni; una nuova alleanza è stata saldata: quella con Naftali Bennett (partito Yamina) che sarà premier per i primi due anni, al termine dei quali ne prenderà il posto lo stesso Yair Lapid, per governare nella seconda parte della legislatura. E si tratta del primo esecutivo con un partito arabo al governo: l’islamista moderato di Raam, guidato da Mansour Abbas. In seguito a numerose riunioni dei vari schieramenti e soprattutto all’elezione di Isaac Herzog quale nuovo presidentedi Israele, è stato varato il governo – designato alla prima votazione con 87 preferenze dalla Knesset (il parlamento unicamerale israeliano, organo legislativo del Paese).

 

LA RIVELAZIONE DEI PAESI DELL’ANTICHITA’ PREROMANA

Simone Weil nel suo saggio L’ispirazione occitana, illustra quella specifica òrexis (tendenza, desiderio) aristotelica propria di ogni popolo appunto con questo termine affine alla vocazione – infatti, scrive: “Ogni paese dell’antichità preromana ha avuto la sua vocazione, la sua rivelazione orientata” descrivendo quella persiana come “opposizione e lotta tra il bene e il male”; quella dell’India “l’identificazione, grazie all’unione mistica, di Dio e dell’anima, pervenuta allo stato di perfezione”; per la Cina: l’agire proprio di Dio; per l’Egitto: la carità per il prossimo “espressa con una purezza che non è mai stata superata”. La rivelazione greca, coerente con quella egizia, “della miseria umana, della trascendenza divina, della distanza infinita – ed incolmabile – tra Dio e l’uomo” e la conseguente ricerca spasmodica di colmarla tramite la costruzione incessante di ponti: nella filosofia, nell’arte, nella scienza – sono state tutte manifestazioni di questa volontà: “tutti ponti tra Dio e l’uomo”.

 

LA VOCAZIONE ISRAELIANA IERI COME OGGI

In ultimo “per Israele fu l’unità di Dio, così ossessiva da diventare un’idea fissa” descritta da Weil come una “rivelazione grossolana”, ma anche per questo “più solida”, quasi indistruttibile. L’unico Paese infatti a non essere sottomesso e ridotto alla condizione di provincia da Roma fu proprio Israele: per la sua vocazione collettiva e “capace di resistere alla pressione del terrore romano”. La resistenzacaratterizzante l’anima d’Israele, dimostra oggi il suo vigore proprio in questa moderna unione di forze, rassomigliante alla forza collettiva, sua ancestrale vocazione. E conformemente a quell’atavica vocazione, dopo gli attacchi ricevuti dalla destra nazionalista, Lapid si impegna “a rispettare quanti ci oppongono”.

 

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