martedì, 15 Ottobre, 2024
Lavoro

Bonomi (Confindustria): “Persi 450 mila posti di lavoro. Misure per assumere non per licenziare”

I posti di lavoro dimezzati in un anno, una campagna vaccinale da sostenere a ritmo pieno. La ripresa economica da intercettare e le riforme da fare, come quella sugli ammortizzatori sociali che sono da ripensare totalmente. Sono i punti di Confindustria per uscire dalla crisi e rilanciare il Paese. A sottolineare i passaggi è il presidente degli industriali Carlo Bonomi che apre le sue considerazioni con numeri che spiegano le difficoltà. “In 5 anni, dal 2014 al 2019, abbiamo creato 800mila posti di lavoro, con la crisi Covid ne abbiamo persi 450mila in un solo anno”, calcola il leader di Confindustria, “Inoltre, coloro che non studiano e non cercano lavoro, i Neet, sono aumentati di 250mila unità. I più colpiti sono giovani e donne e noi dobbiamo dare risposte a queste persone”. Altro tema quello delle somministrazioni dei vaccini.
“Per risolvere la crisi economica è necessario risolvere quella sanitaria: il piano vaccinale, dunque, è fondamentale per superare le grandi difficoltà che l’Italia sta vivendo.

 

AMBIZIOSO PIANO DI RIFORME NAZIONALI

“Dobbiamo investire tutte le nostre risorse sulla campagna vaccinale”, propone Bonomi, “Bisogna vaccinare quante più persone possibile nel minor tempo possibile. Altrimenti non spezzeremo la catena di trasmissione del virus”.
In merito alla mappatura delle fabbriche per le vaccinazioni il presidente di Confindustria ricorda il buon esito delle adesioni al progetto. “Hanno risposto all’appello 7.500 imprese”, commenta Bonomi, “un atto di generosità importante da parte dell’industria verso l’Italia”.
In proposito il Presidente rivela che l’Auditorium della Tecnica, il centro congressi della sede nazionale di Confindustria a Roma, diventerà entro fine aprile hub vaccinale della Regione Lazio. Un capitolo strategico tra gli obiettivi di Confindustria è il confronto con il Governo sul contrastare gli effetti della pandemia. Secondo il Presidente Bonomi, la precondizione per un efficace utilizzo dei fondi europei nell’ambito del programma Next Generation EU, è un ambizioso piano di riforme nazionali.
Infatti, prima ancora di ragionare sull’utilizzo delle risorse che l’Italia avrà a disposizione “bisogna fare le riforme: dalla Pubblica amministrazione alla giustizia, dal lavoro al fisco. Altrimenti la macchina statale nel suo complesso non sarà in grado di garantire un’efficace messa a terra dei fondi a disposizione”, chiarisce Bonomi.

 

IL LAVORO INNANZITUTTO

Ma è il tema del lavoro il fulcro dei progetti di Confindustria, questione ribadita da Bonomi nella intervista con Barbara Palombelli nell’ trasmissione Stasera Italia, su Rete 4.
Interpellato sulla necessità di stringere un nuovo patto fra le parti sociali per affrontare la crisi sanitaria e il post pandemia, il Presidente risponde che di patti con il sindacato ne sono stati firmati tanti, come quello relativo sui protocolli di sicurezza nelle aziende a inizio pandemia e quelli sui rinnovi contrattuali, citando il contratto dei metalmeccanici, che il Presidente ha definito “rivoluzionario”. Bonomi propone “un grande patto sulle riforma degli ammortizzatori sociali e sulle politiche attive del lavoro”, quindi sulla formazione, sul welfare e su come rendere le persone occupabili in un contesto sociale ed economico drammatico a causa del Covid-19. Una questione cruciale la posizione assunta da Confindustria sul blocco dei licenziamenti, che resta ferma sulla richiesta di misure per assumere, non per licenziare.
“Sui licenziamenti, come ha detto Draghi, bisogna guardare al futuro. Quindi bene il blocco fino a che c’è stata l’emergenza, ma ora serve guardare al futuro. Il Presidente del Consiglio ha detto che dal 1° luglio le aziende in CIG possono ripartire e questo non vuol dire licenziare”, chiarisce Bonomi, che torna ad evidenziare come il blocco dei licenziamenti sia diventato un blocco delle assunzioni.
Per il Presidente ogni considerazione sul futuro del lavoro e sulla tenuta sociale del Paese non può prescindere dalla tenuta dell’economia e delle imprese, creando i presupposi per la ripresa. “È necessario difendere le aziende”, sottolinea Bonomi, “anche da una eccessiva vulnerabilità nei confronti di compratori esteri che potrebbero trarre vantaggio dalla situazione di crisi in cui molte imprese italiane versano. Purtroppo, questo sta già succedendo: ci sono tanti comparti fortemente in crisi, a partire dal turismo e dalla cultura. Noi già oggi vediamo questo fenomeno in alcuni grandi alberghi di famiglia, proprietari di immobili storici, che stanno purtroppo lasciando la proprietà perché arrivano i fondi immobiliari, di speculazione, e speriamo non la malavita”, evidenzia Bonomi. Serve, quindi per Confindustria, “sostenere in maniera forte questi comparti e dare la responsabilità ad altri settori, come la manifattura, di trascinare le aziende nel futuro”. Un settore che, secondo Il Presidente, rappresenta “un’Italia che tiene. L’anno scorso abbiamo scalato la classifica mondiale e da ottavi siamo diventati settimi”.

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