Linee guida da cambiare: ai malati oncologici affetti da Covid vanno fatte tutte le cure.
È questo l’appello dal Collegio italiano dei Primari oncologi medici ospedalieri (Cipomo) che si schiera a fianco del Favo- Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia.
“I dati di prevalenza dei pazienti, che convivono con il tumore, sono in aumento”, scrive il Cipomo, “e sono da correlare all’innovazione tecnologica e farmaceutica. Questo ha permesso un significativo miglioramento della prognosi dei pazienti oncologici con metastasi. Pertanto il paziente oncologico metastatico con infezione da Sars-CoV 2, in caso di bisogno di cure più intensive, deve essere valutato dagli oncologi per definire la prognosi”. La Federazione Favo nei giorni scorsi aveva sottolineato la sua preoccupazione per la gestione dei pazienti oncologici metastatici dopo il documento di proposta di linee guida di Siaarti-Simla per il triage di pazienti Covid 19, che vedrebbe questi pazienti esclusi dai trattamenti intensivi in caso di sofferenza di posti nelle terapie intensive. Ora Cipomo insieme alla Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, “si rendono disponibili”, si legge in una nota, “ad una concertazione Siaarti-Simla affinché vengano ridefiniti dei criteri più adeguati per i pazienti oncologici che non possono solo basarsi sullo stato metastatico della malattia”.
Nel suo preoccupato intervento la Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, che racconta i drammi personali dei malati di tumore a cui sono state sospese le cure e, addirittura in caso di contagio da Covid, sono esclusi anche dai trattamenti di terapia intensiva. “Sarebbe già questo uno scandalo se non un reato”. Aveva sottolineato la Federazione dichiarandosi
“fortemente preoccupata”, per i malati di cancro che, se contagiati dal Covid-19, “devono temere di essere esclusi dai trattamenti intensivi”.
“Oggi”, sottolinea Cipomo in una nota, “non è più applicabile lo score di Charlson proposto per individuare chi può accedere alle cure intensive perché confina il paziente con metastasi ad essere escluso per un punteggio di 6 punti senza tener conto del tipo di tumore, della terapia e della prognosi, la quale non è più quella di circa 30 anni fa quando è stato elaborato lo score mantenendo nel tempo lo stesso punteggio da attribuire al paziente oncologico metastatico”.