Partita apertissima tra sindacati e Federmeccanica. L’accordo infatti per il rinnovo dei contratti potrebbe essere a portata di mano e quindi sarebbe un successo per entrambi le parti, ma dalle parole ora bisognerà scendere ai fatti e la realtà non appare così rosea. Lo dimostrano le dichiarazioni dei leader sindacali che puntano su aumenti salariali che vanno adeguati alle complessità e ritmo produttivi di oggi.
“Il confronto con Federmeccanica e Assistal”, spiega in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil, “ripreso in questi due giorni, coglie il valore del contratto nazionale dei metalmeccanici e contemporaneamente fa emergere le grandi difficoltà che questo rinnovo ha di fronte.
Un confronto che si misura con le condizioni salariali dei lavoratori e con la necessità di individuare risposte condivise alle tante incertezze che attraversano i metalmeccanici.
Nella giornata di oggi abbiamo affrontato il tema delle relazioni sindacali che per la Fiom si devono esercitare a partire dai luoghi di lavoro riconoscendo il ruolo negoziale di Rsu e organizzazioni sindacali, e vanno adeguate alla complessità dell’innovazione digitale ed estese ai lavoratori degli appalti”.
La trattativa nel ruolino di marcia della Fiom Cgil proseguirà la prossima settimana, a Bologna il 23 e a Reggio Emilia il 24 settembre, sui temi della formazione, politiche attive, mercato del lavoro e appalti.
Sono poi fissati due incontri il 7 e l’8 ottobre sulla parte economica, vero banco di prova della volontà di fare il rinnovo del Contratto nazionale.
“Il rinnovo dei metalmeccanici si misura sul principio cardine del contratto nazionale”, fa presente Francesca Re David, “l’incremento dei minimi contrattuali per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori come chiesto nella nostra piattaforma”.
Stesso discorso per il leader Uilm, Rocco Palombella che tuttavia parla di “un sostanzioso aumento in busta paga per tutti i lavoratori”. Il leader della Uilm affida le sue considerazioni all’Adnkronos, sottolineando che non prevedere aumenti per i lavoratori, “sarebbe una offesa a quanti hanno tenuto e stanno tenendo anche ora, in piedi il Paese. I lavoratori sono risorse, non solo costi, ed aumentare i salari significa investire sul futuro. E se il rinnovo non garantirà aumenti veri saremo costretti allo sciopero generale”. Insomma le parole si fanno più dure da sconfinare nella polemica. “Le imprese potranno dire di aver ingabbiato i sindacati ma per loro sarà soltanto un altro Harakiri”, osserva il segretario della Uilm, Rocco Palombella. Poi ci sono gli argomenti che dovrebbero unire, come “Il patto per la Fabbrica”, ma il leader della Uilm è cauto. “È la base di partenza ma può essere aggiornato allo tsunami che ha investito il Paese, in 2 anni è cambiato il mondo e sono cambiati anche 2 segretari generali e 1 presidente di Confindustria”. Infine Palombella frena, per lui la stagione dei rinnovi contrattuali è ancora tutta da venire. Lo spartiacque saranno gli aumenti salariali, tema ancora tutto da affrontare.