martedì, 19 Marzo, 2024
Donatella Prampolini
Lavoro

Il lavoro difficile. Prampolini (Confcommercio): crollo di occupati, più colpiti i giovani. Settore in grave crisi

Esposizione alla crisi alta per il commercio, settore che già prima del tunnel Covid era alle prese con cambiamenti, con la sfiducia dei consumatori e i mille problemi del quotidiano ad iniziare da tasse e burocrazia. Oggi con la diffusione dei dati dell’Istat la crisi dell’occupazione appare ancora più negativa e c’era da aspettarselo. Il punto più critico è la tenuta dei posti di lavoro nel settore commercio in tutte le sue declinazioni.

“I dati sull’andamento del mercato del lavoro nel secondo trimestre”, valuta Donatella Prampolini responsabile Commissione Lavoro di Confcommercio commentando i dati Istat, “sono una sintesi più articolata nelle sue specificità di quanto era già emerso dai dati diffusi mensilmente. Risultano con estrema chiarezza le difficoltà che stanno vivendo le imprese dei servizi, le più esposte alla crisi. La perdita di occupati si concentra quasi esclusivamente nei settori che compongono l’aggregato (-810mila nel confronto annuo su 841mila totali ) con un significativo contributo degli indipendenti, -197mila in meno nel confronto annuo”. Il Centro studi della Confederazione analizza anche come si siano create delle particolari zone di crisi tra i giovani le cui aspettative di impiego si sono ridotte o in molti casi totalmente sfumate.
“Particolarmente colpito il commercio e le attività di servizi di alloggio e di ristorazione, che non bisogna trascurare offrono a molti giovani tra la primavera e l’estate opportunità di lavoro”, osserva Donatella Prampolini, “i timidi segnali di ripresa registrati a luglio non dovrebbero aver modificato questa situazione considerato che gli occupati indipendenti continuano a diminuire”.

In generale i dati presentati dall’istituto di statistica destano più di un allarme, nell’indagine, infatti, si sottolinea che la riduzione è dovuta soprattutto al calo dei lavoratori a termine e degli indipendenti. Rispetto al secondo trimestre 2019 i dipendenti a termine sono diminuiti di 677 mila unità, mentre gli indipendenti hanno perso 219 mila unità a fronte di un -3,6% dell’occupazione complessiva. I dipendenti stabili sono aumentati su base tendenziale di 55 mila unità (+0,4%) Nel periodo segnalati, tuttavia, era in vigore il blocco dei licenziamenti. Il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni scende al 57,6%. Il clima di incertezza, le chiusure, le difficoltà della ripresa, l’impegno a trovare e, sempre più spesso a non cercare più una occupazione, hanno contribuito a determinare il crollo del lavoro.

Quanto al tasso di disoccupazione, infatti, è sceso nel secondo trimestre all’8,3% con un calo di 0,9 punti rispetto al primo trimestre e di due punti rispetto al secondo trimestre 2019. I disoccupati sono 2.057.000. “Gli inattivi”, segnala ancora l’Istat nel suo rapporto, “tra i 15 e i 64 anni sono aumentati di 5,5 punti percentuali rispetto al primo trimestre e di 10 punti rispetto al trimestre precedente raggiungendo quota 14.183.000 unità”.

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