giovedì, 18 Aprile, 2024
Attualità

La quarantena dei migranti dai Balcani

Nel mese di aprile 2020 in Friuli Venezia Giulia e, in particolare, a Trieste, c’è stata una ripresa degli ingressi di migranti provenienti dalla rotta balcanica; quella che, come è a tutti evidente, assai di rado finisce sotto i riflettori dei mass media nazionali e internazionali i quali, per intuibili ragioni, preferiscono seguire gli sbarchi delle navi delle Ong nei porti italiani con il carico di polemiche e strascichi giudiziari che garantiscono.

Questo fenomeno, nel periodo di emergenza sanitaria da Covid-19, ha fatto sì che. accanto alle ordinarie problematiche relative alla gestione del fenomeno, si aggiungesse quella relativa alla difficoltà di individuare strutture per la quarantena.

Il periodo di isolamento è infatti fondamentale per evitare che si possa estendere il contagio. Ecco perché tutti coloro che arrivano dall’estero, ivi compresi i profughi, devono trattenersi in spazi dedicati per 15 giorni senza avere altri contatti, sottoponendosi ad un monitoraggio costante della temperatura corporea e della sintomatologia tipica del coronavirus, avvisando il personale sanitario nel caso in cui il quadro sanitario peggiori e la febbre superi i 37,5.

Fino ad ora le persone così individuate sono state sistemate in tende collocate sul Carso. La situazione è peggiorata tra il 7 e l’8 maggio scorso, quando le autorità hanno rintracciato circa 115 migranti, di cui alcuni nella zona di San Dorligo della Valle, nei pressi del confine con la Slovenia. Secondo il piano di distribuzione appositamente predisposto, alcuni saranno spostati nei comuni di Abruzzo e Marche che hanno dato l’autorizzazione, ma si pone il serio problema, già evidenziato il prefetto di Trieste, di individuare ulteriori posti per far trascorrere il necessario periodo di isolamento.

Di qui la presentazione di una interrogazione al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, da parte del deputato Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia.

Nell’atto di sindacato ispettivo l’esponente del partito di Giorgia Meloni ribadisce il dovere dell’amministrazione centrale di provvedere, ancora di più di quanto abbia fatto in passato, a sostenere il Friuli Venezia Giulia nel fronteggiare le difficoltà connesse all’entrata di profughi.

Dopo aver descritto lo scenario il parlamentare originario di San Vito al Tagliamento in provincia di Pordenone, al suo secondo mandato a Montecitorio, si rivolge direttamente alla titolare del Viminale per sapere se e quali specifiche iniziative abbia adottato per sostenere il Friuli Venezia Giulia nella gestione degli ingressi di profughi per il periodo dell’emergenza sanitaria da Covid-19 e quali siano i dati relativi all’arrivo di profughi nel Friuli Venezia Giulia provenienti dalla rotta balcanica dall’inizio dell’anno 2020.

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