domenica, 13 Aprile, 2025
Società

Bene la tenuta dei conti e dell’economia, ma la fragilità sociale resta la priorità

Le valutazioni positive delle agenzie S&P e Fitch sono preziose per la stabilità del Governo ma la politica deve dare risposte alle nuove esigenze

Il blocco delle opportunità per i giovani e le difficoltà degli anziani sono emergenze. Una riflessione di Aldo Moro ci fa capire che le attese popolari vanno affrontate

Il pericoloso vortice dei dazi, gli attestati di buon governo dell’economia siglati dalle agenzia S&P che alza il rating dell’Italia a BBB+: così come per Fitch che conferma il rating a BBB con outlook positivo. Sono certamente preziosi riconoscimenti per la solidità dei conti pubblici e del lavoro del governo del Premier Giorgia Meloni e del ministro Giancarlo Giorgetti. Ma nel contempo dalle cronache italiane emergono altri aspetti del nostro Paese che non sono altrettanto positivi. Abbiamo riferito sulle pagine del nostro giornale due studi, il report “FragilItalia” dal titolo: “Disuguaglianze sociali e ascensore sociale”, realizzato da Area Studi Legacoop in collaborazione con Ipsos. Già dal titolo si comprendono le difficoltà in cui sono immersi milioni di cittadini; il secondo studio è quello presentato nel 25° Congresso dell’Associazione italiana di Psicogeriatria, organizzato a Padova. A illustrare il quadro di una situazione difficile è stato Diego De Leo, presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP). Le difficoltà della terza età sono ormai drammatiche con un numero crescente di anziani soli, caduti in depressione e, purtroppo, si calcola il moltiplicarsi dei suicidi.

La caduta delle opportunità

Nel rapporto “FragilItalia” dell’Area Studi Legacoop emerge una società disorientata dove aumentano la sfiducia e la percezione delle disuguaglianze, con preoccupazioni crescenti sulla possibilità di accesso ai servizi essenziali come la sanità e la mobilità sociale. Per gli analisti dell’Area Studi della Legacoop si è determinata una polarizzazione delle aspettative, un sistema che vede, “una società polarizzata, con una ampia maggioranza degli italiani che si colloca nella parte inferiore della piramide sociale”, spiega Simone Gamberini, presidente di Legacoop.

Il dato forse più preoccupante, riguarda le prospettive future: la quota di chi crede che i figli peggioreranno la propria posizione sociale è cresciuta di quindici punti in soli tre anni. Solo tre italiani su 10 pensano che i figli avranno opportunità migliori. Restano le troppe disuguaglianze, con un’elevata difficoltà di crescita sociale per chi proviene da famiglie a basso reddito. Lo studio pone in evidenza come “l’ascensore sociale”, sia oggi bloccato. Quello di un protagonismo del cittadino verso una affermazione sociale erano, invece, le possibilità che tutti gli italiani avevano avuto con i Governi della DC. C’era una crescita diffusa che permetteva a tutti di guardare con maggiore fiducia al domani. C’era lo Stato che realizzava abitazioni, ospedali, autostrade, asili e rioni. Che ampliava le scuole e le università. Dove l’economia era declinata in azione e protagonismo sociale.

Terza età il rischio solitudine

Capitolo anche più doloroso quello della terza età. I dati già illustrano una situazione difficile. L’Istat segnala che sono 6,9 milioni gli over 75. Di questi, oltre 2,7 milioni hanno gravi difficoltà motorie e compromissioni nell’autonomia delle attività quotidiane. Inoltre, circa 1,2 milioni di anziani over 75 non ricevevano un supporto adeguato alle proprie necessità.

Nel rapporto dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria il presidente Diego De Leo evidenzia un dramma che si consuma in silenzio: “Solitudine e ageismo, cioè la discriminazione basata sull’età, innescano un processo che porta alla depressione. I suicidi degli anziani sono infatti il 37% di quelli totali, sebbene gli anziani rappresentino il 24% della popolazione generale. Il fenomeno riguarda soprattutto gli uomini, le città e le persone con più di 80 anni”, spiega De Leo. Inoltre in Italia il tasso di solitudine è doppio rispetto alla Ue. Coloro che non hanno nessuno a cui chiedere aiuto sono il 14%, mentre chi non ha nessuno a cui raccontare cose personali il 12%, a fronte di una media europea del 6,1%, dicono i dati Eurostat. “La solitudine non è solo un problema sociale”, osserva ancora Diego De Leo, “ma anche clinico, essendo associata a un aumento del rischio di depressione, di disturbi del sonno, di demenza e malattie cardiovascolari”.

Una riflessione di Aldo Moro

Su questi temi la politica nazionale vacilla, non riesce a metterli nelle priorità ed agire di conseguenza. È evidente che per dare spinta alle riforme su lavoro e crescita per dare possibilità ai giovani, così come sostegni e qualità della vita agli anziani, serve una economia forte, ma in questi giorni assistiamo a livello globale a discorsi fiume sui dazi, sull’impatto che avranno sulle economie; così come le altalene delle borse mondiali e nazionale. Si parla di migliaia di miliardi “bruciati” in un sol giorno; poi si sottolineano i colpi di scena dei rialzi di borsa che avrebbero fatto guadagnare in pochi minuti fortune agli speculatori. Tutto vero e tutto scritto. Ma dello stato sociale qualcuno deve parlare ancora. È un dovere che riguarda la politica e il Governo che devono avere il polso della situazione di una società che rischia di sfaldarsi sotto il peso delle disuguaglianze, della sfiducia, delle solitudini. Se la politica esiste è per essere al servizio di una società umana, cristiana e solidale. Sono i valori della democrazia che non possono essere persi. Bene il lavoro svolto per mettere al riparo i conti ma dietro c’è una società e una realtà che deve essere vista e presa in considerazione. Voglio citare infine una riflessione dello statista DC Aldo Moro che lanciava un monito alla politica.

Il Paese certo è carico di interrogativi, d’impazienze e di aspirazioni. Siamo a una svolta, nella quale noi siamo giudicati in un duro confronto con la vasta attesa della società”

Aldo Moro

Una attesa, aggiungiamo noi, che deve avere oggi risposte concrete e solidali.

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