martedì, 14 Maggio, 2024
Attualità

La Commissione europea mette sotto infrazione 5 paesi sull’Ambiente

L’Italia non ha commesso infrazioni. Risolti 76 casi di divergenze tra Ue e Stati

Sarà anche vero che tutti i 27 paesi europei sono per l’Unione, ma è anche vero che le infrazioni non accennano a diminuire. La Commissione europea, periodicamente, avvia azioni legali nei confronti degli Stati membri inadempienti. Una scorsa agli ultimi provvedimenti, decise nel mese di aprile, solo per quanto riguarda l’Ambiente, ha coinvolto la Francia, l’Austria, Lituania, Polonia, Irlanda. Non ci sono nuove infrazioni per l’Italia né per l’Ambiente né in altri settori. La stessa Commissione ha archiviato 76 casi in cui le divergenze con gli Stati membri interessati sono state risolte senza che fosse necessario proseguire oltre nella procedura.

Francia

La Commissione ha avviato una procedura di infrazione per la Francia per il non corretto recepimento della direttiva quadro sui rifiuti. Sembrerebbe che la Francia non abbia recepito correttamente diverse disposizioni della direttiva modificata. Per esempio non ha recepito correttamente la metodologia per la misurazione dei rifiuti alimentari, le misure relative alla raccolta differenziata dei rifiuti e all’incenerimento dei rifiuti raccolti separatamente, nonché alcune definizioni.

Austria

Due infrazioni per l’Austria per il non corretto recepimento nell’ordinamento nazionale della direttiva concernente la valutazione dell’impatto ambientale (Via). Ai sensi della direttiva europea, prima di poter essere avviati, i grandi progetti edilizi o di sviluppo nell’Ue devono innanzitutto essere valutati in funzione del loro impatto sull’ambiente. La procedura Via garantisce la trasparenza e la prevedibilità del processo decisionale per i diversi tipi di progetti pubblici e privati, al fine di garantire un buon livello di tutela ambientale. Il diritto austriaco non prevede ancora una valutazione di tutti i progetti che possono avere un impatto significativo. L’Austria è sotto infrazione anche per la non corretta applicazione della direttiva Habitat e della direttiva Uccelli nel parco nazionale Alti Tauri, nella regione di Salisburgo. Il parco è la più grande area protetta delle Alpi e comprende diversi tipi di habitat naturali prioritari (tra cui formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, e foreste di valloni) che rischiano di scomparire. Ai sensi della direttiva Habitat, gli Stati membri sono tenuti a proteggere e ripristinare tali habitat, che svolgono un ruolo fondamentale per la biodiversità.

Lituania

La Lituania non ha recepito, nell’ordinamento nazionale, la direttiva relativa alla limitazione degli inquinanti atmosferici originati da impianti di combustione medi. La direttiva mira a ridurre l’inquinamento atmosferico fissando valori limite di emissione per gli impianti di combustione medi (aventi una potenza termica nominale totale pari o superiore a 1 MW e inferiore a 50 MW), che sono una fonte significativa di inquinamento atmosferico da anidride solforosa, ossidi di azoto e polveri. Il Green Deal europeo, e in particolare il piano d’azione per l’inquinamento zero, pongono l’accento sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico, uno dei principali fattori nocivi per la salute umana.

Polonia

Anche la Polonia non ha rimediato alle carenze nel recepimento della direttiva concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici. La direttiva NEC contribuisce a ridurre l’inquinamento atmosferico a livelli che non comportino significativi impatti negativi o rischi significativi per la salute umana e l’ambiente. In particolare la direttiva stabilisce per gli Stati membri impegni nazionali di riduzione di cinque importanti inquinanti: ossidi di azoto, composti organici volatili non metanici, biossido di zolfo, ammoniaca e particolato fine (PM2,5). Permangono alcune rimostranze, tra cui il mancato recepimento dell’obbligo di condurre consultazioni transfrontaliere sui programmi nazionali di controllo dell’inquinamento atmosferico e di includere misure obbligatorie nei programmi.

Irlanda

Infine l’Irlanda è finita sotto infrazione perché non ha rimediato alle carenze nel recepimento della direttiva relativa alle emissioni industriali. La direttiva sulle emissioni industriali stabilisce norme intese a evitare e ridurre le emissioni nell’aria, nell’acqua e nel terreno, nonché a prevenire la produzione di rifiuti. La legislazione irlandese continua da anni a non recepire correttamente alcuni requisiti di autorizzazione, come il rispetto dei valori limite di emissione nei casi in cui è concessa una deroga all’obbligo di rispettare i livelli di emissione associati alle migliori tecniche disponibili, alcuni requisiti tecnici negli allegati della direttiva e alcune definizioni.

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