martedì, 30 Aprile, 2024
Turismo

Enoturismo: un’esperienza che coinvolge 13,4 milioni di enoturisti italiani

“Se ci sono le cantine la vacanza si allunga. I dati evidenziano che la maggior parte dei turisti (circa il 50% tra quelli generici, quasi il 55% tra quelli legati al mondo del vino) si trattengono nei luoghi di vacanza per 2 o 3 giorni, andando oltre il mordi e fuggi”. Questo è ciò che emerge secondo i risultati dell’indagine presentata ieri nel corso della terza giornata della 56esima edizione di Vinitaly a Veronafiere. Un’esperienza, quella del turismo del vino, che coinvolge 13,4 milioni di enoturisti italiani, il 64,5% dei viaggiatori, rappresentando un’attrazione soprattutto per americani e europei. L’indagine sull’enoturismo, frutto del protocollo d’intesa tra l’Istituto di ricerca Ismea e AITE, Associazione italiana turismo enogastronomico, è stata illustrata nell’ambito del convegno “In viaggio tra vigne e cantine: numeri, profili e tendenze dell’enoturista italiano”. I dati hanno evidenziato come il livello di soddisfazione degli enoturisti italiani è molto alto: tre enoturisti su quattro si dichiarano soddisfatti soprattutto per la qualità del servizio in occasione delle visite in cantina e delle altre iniziative, per i rapporti con la comunità locale e per le modalità di prenotazione delle esperienze proposte. I più giovani, gli under 24, indicano invece “margini di miglioramento” soprattutto in merito alla qualità del servizio, alla facilità di prenotazione e al reperimento di informazioni: un’osservazione dai nativi digitali evidentemente influenzata da un utilizzo più spinto di Internet e dei social network.

Importante leva di marketing

Per Livio Proietti, presidente di Ismea “l’obiettivo dell’intesa è mettere sotto la lente di ingrandimento le principali variabili qualitative e quantitative dell’enoturismo italiano, un segmento rilevante del sistema vitivinicolo nazionale che lega prodotti e territori, contribuendo anche al successo del made in Italy. L’enoturismo, come anche l’agriturismo, comparto che l’Istituto monitora ormai da diversi anni, rappresenta un’importante leva di marketing, preservando l’attrattività delle aree rurali sempre più soggette a fenomeni di spopolamento”. Roberta Garibaldi, presidente di AITE, ha aggiunto: “Il comparto enoturistico rappresenta ormai un fenomeno rilevante in termini economici e in ulteriore crescita per i ricavi delle aziende italiane del vino. Il livello raggiunto dall’enoturismo è tale da richiedere una vera e propria analisi scientifica strutturata, per poter delineare i flussi in ingresso e colmare il gap tra il desiderio del turista e la reale fruizione e per realizzare progetti di sistema, accompagnando il turismo rurale e gli investimenti pubblici e privati necessari per rilanciare occupazione e creare ricchezza”.

Enoturismo, ‘un forte stimolo per lo sviluppo del settore vitivinicolo’

“D’altro canto – sottolinea Roberta Garibaldi – se ci sono le cantine la vacanza si allunga”. I dati evidenziano come la maggior parte dei turisti si trattengono nei luoghi di vacanza per 2/3 giorni, andando oltre il “mordi e fuggi”. Il 31% dei viaggiatori indica una durata di 4 giorni o più, valore che sale per gli enoturisti al 38%. Nello specifico, tra gli appassionati del vino, la metà ha dichiarato di aver visitato una o due cantine e il 36% almeno tre strutture”. Anche Giorgio Del Grosso, Capo del dipartimento di statistica e trasformazione digitale dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), intervenendo al convegno con un video messaggio, ha evidenziato che l’enoturismo è un forte stimolo per lo sviluppo dell’intero settore vitivinicolo. “L’enoturismo – ha detto Del Grosso – è un driver di sviluppo locale e rurale e uno strumento di diversificazione del reddito. Per questo motivo è stato introdotto come terzo pilastro del nostro attuale piano strategico. La necessità di poter disporre di dati accurati, affidabili e comparabili a livello internazionale ci ha spinto a siglare nel 2021 un protocollo d’intesa con UN Tourism, Agenzia delle Nazioni unite che si occupa di turismo, con l’obiettivo di sviluppare una metodologia comune per misurare l’impatto economico di questo importante settore”. L’incontro, che ha riunito i principali protagonisti del settore dell’enoturismo italiano, è stato anche un momento per raccontare una realtà in continua evoluzione in Italia, con una rete di oltre 500 comuni a vocazione vitivinicola associati a Città del vino, quasi 90 strade del vino e dei sapori che si snodano lungo l’intero territorio nazionale.

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