martedì, 30 Aprile, 2024
Esteri

Scholz, Macron e Tusk: “Da noi mai escalation”

Russia al voto: molotov e inchiostro sulle schede

Le napoleoniche dichiarazioni del Presidente francese Macron hanno incontrato la realpolitik del Cancelliere tedesco Scholz e tutto è stato meglio precisato. A dire il vero anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è affrettato a dichiarare che l’Italia non ha nessuna intenzione di inviare truppe di terra in Ucraina. Ma la Francia, commenta il Cremlino, è già coinvolta nella guerra “e partecipa in modo indiretto a questo conflitto”. “Sogni folli e paranoici” ha aggiunto il capo dei servizi segreti russo Sergei Naryshkin. Da Berlino il Cancelliere ha annunciato una non meglio precisata “coalizione degli alleati dell’Ucraina per le armi a lunga gittata” e non ha voluto entrare nel dettaglio. Insomma niente di nuovo dal Triangolo di Weimar, ma probabili strategie politiche nell’approssimarsi delle elezioni europee la cui campagna elettorale si svolge quasi esclusivamente sul tema della guerra russo-ucraina. Mentre i russi stano già votando.

Zelensky “può fidarsi”

L’incontro, prima bilaterale, poi trilaterale, a Berlino tra Germania, Francia e Polonia ha sortito dichiarazioni più diplomatiche di quelle fatto fino a ieri dal solo Macron: “non siamo in guerra con la Russia”, hanno ripetuto i tre leader europei, ma il Presidente di quel Paese, Vladimir Putin, “deve sapere” che i membri del Triangolo di Weimar non cesseranno di sostenere l’Ucraina. Olaf Scholz, durante le dichiarazioni alla stampa a Berlino con il Presidente francese, Emmanuel Macron, e il primo ministro polacco, Donald Tusk ha concordato di dare un “segnale molto importante di coesione” di fronte alla “aggressione imperialista della Russia” contro l’Ucraina. Un sostegno “incrollabile” e per tutto “il tempo necessario.” Obiettivo comune: garantire la “difesa efficace” dell’Ucraina. Un aiuto che arriva fondamentalmente attraverso la fornitura di armi acquistate sul mercato globale. In secondo luogo favorendo la produzione di armamenti in Ucraina. Al Presidente Zelensky i tre capi di governo hanno inviato un messaggio rassicurante dichiarando che “può fidarsi.” Anche il premier polacco, Danald Tusk, ha ribadito che “la vera solidarietà all’Ucraina è “meno parole e più munizioni” e rifornimenti “immediati.” Insomma armi e munizioni, ma non uomini. Francia, Germania e Polonia concordano che non prenderanno “mai l’iniziativa di un’escalation”. Cosa che, tra l’altro, conferma anche il ministro degli Esteri italiani, Tajani, il quale esclude che la Nato debba entrare in Ucraina. “Entrare e fare guerra alla Russia significa rischiare la Terza guerra mondiale” ha spiegato il ministro e comunque “è escluso” che le truppe italiane vadano in Ucraina.

I russi al voto, Kiev attacca i seggi

Intanto in Russia centododici milioni di elettori sono chiamati a eleggere il Presidente e di fatto l’unica incognita è quanti andranno a votare e con quale percentuale sarà rieletto Vladimir Putin, che ha votato on line, leader in sella dal Duemila, il più longevo dai tempi di Stalin. Ieri alcuni seggi sono stati sottoposti a cyberattacchi rivendicati dal ministero della Difesa ucraino e specialisti informatici avrebbero creato “seri problemi” al sistema di voto elettronico. La presidente della Commissione elettorale centrale russa (Cec), Ella Pamfilova, ha respinto la ricostruzione, parlando di “fake news”. In alcuni seggi, per protesta, delle giovani elettrici hanno gettato dell’inchiostro nelle urne. Mentre è accertato che le truppe di Kiev hanno bombardato due seggi nella parte della regione di Kherson occupata dai russi. Lo ha detto la commissione elettorale locale, aggiungendo che in uno dei due seggi, a Brilevka, vi sono dei feriti. A San Pietroburgo una donna è anche riuscita a tirare una bomba molotov contro un seggio, fortunatamente senza provocare feriti.

G7 all’Iran, non dare missili a Mosca

Sul campo di battaglia le condizioni non cambiano. “Dallo scorso 12 marzo”, l’Ucraina ha “usato 2.500 uomini, 35 tank e circa 40 blindati da combattimento” nel tentativo di entrare nel territorio russo, “principalmente con unità operative speciali, mercenari stranieri e forze di supporto ucraine”. Ma “il nemico non ha avuto successo in nessuna direzione”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin alla riunione del Consiglio di sicurezza russo, spiegando che sono stati tentati diversi attacchi di sabotaggio e terrorismo: 4 verso Belgorod e uno verso Kursk. A Odessa, invece, dopo un ennesimo attacco missilistico, il ministero dell’Interno ucraino rende noto che “risultano morte altre 16 persone, tra cui un impiegato del Servizio statale di emergenza”, mentre “73 persone sono rimaste ferite con diverse gravità”. Il G7, in una nota congiunta dei paesi, ha fatto un appello all’Iran perché non consegni missili balistici alla Russia “altrimenti dovranno affrontare gravi costi.” “Se l’Iran dovesse procedere alla fornitura di missili balistici o tecnologie correlate alla Russia – scrivono i sette – siamo pronti a rispondere rapidamente e in modo coordinato, anche con nuove e significative misure.”

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