Il Parlamento europeo che uscirà dalle urne di giugno e la Commissione di Bruxelles che entro l’autunno si insedierà dovranno realizzare una importante rivoluzione: smetterla di produrre tonnellate di regole ispirate per lo più da visioni astratte che non tengono conto della realtà in cui operano le aziende dell’Ue che ogni giorno devono fronteggiare la concorrenza di Paesi che dalle nostre regole traggono grandi benefici.
Cambiare mentalità a Bruxelles
Non sarà facile ma è un cambiamento di prospettiva inevitabile se si vuole salvare l’Europa ed evitare che le forze produttive dei 27 percepiscano l’Ue come un corpo estraneo che per giunta li danneggia. Siamo tutti molto felici che l’Europa voglia guidare il processo di transizione ecologica ed accelerarlo. Ma non può farlo senza tener conto delle conseguenze non intenzionali delle sue decisioni.
Politiche che favoriscono produttori extra-Ue
Il caso dell’agricoltura è emblematico. Norme molto avanzate sui pesticidi alzano i costi per i nostri agricoltori che vedono i nostri mercati invasi da prodotti extra-Ue che quelle regole non sono tenuti a rispettare e quindi costano di meno.
La vicenda delle auto elettriche è ancor più sconcertante. L’Ue vuole stimolare un mercato in cui è soccombente rispetto alla Cina che, a differenza dei proclami europei, ha saggiamente programmato per tempo una vera politica industriale nel settore, accaparrandosi le materie prime necessarie per la produzione delle batterie, le terre rare e riuscendo a immettere sul mercato veicoli che costano la metà di quelli americani ed europei. Il 65% delle celle delle batterie e l’80% dei catodi sono prodotti in Cina.
Troppa fretta e poche risorse per il Green Deal
Il Green Deal dell’Ue non è sbagliato nei fini, ma nella tempistica e nella insufficiente dotazione finanziaria. L’Europa vuol essere il primo continente a impatto zero da qui al 2050 e pensa che basti destinare alla transizione verde un terzo dei 1800 miliardi di investimento del Next Generation Eu e del bilancio settennale dell’Ue. Calcoli sbagliati ,elaborati senza ascoltare ile forze produttive. Delle due l’una: se vuoi accelerare senza danneggiare le imprese europee devi prevedere massicci investimenti e sostegni a queste imprese, agricole e industriali, che rischiano di essere messe fuori mercato dalla concorrenza internazionale. Oppure devi rallentare e procedere con realismo senza rinunciare all’obbiettivo ma evitando la fretta di raggiungerli in poco tempo. La sostenibilità ambientale deve essere a sua volta sostenibile economicamente e socialmente altrimenti diventa un pericoloso autogol.