L’Esercito, per fortuna, è ancora uno dei pochi punti di riferimento del popolo italiano. E giustamente molti governatori e sindaci stanno pensando ai nostri valorosi soldati come unico baluardo utile a garantire il rispetto delle misure limitanti la mobilità per bloccare il contagio.
C’è, però, un dettaglio non si parla: ossia il loro trattamento economico.
Un documento del Cocer Esercito accede i riflettori su questo tema e lancia un fermo ed accorato appello al Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, per “garantire a tutti i Soldati il rispetto finora dimenticato”.
Non si tratta di una mera rivendicazione “sindacale”, perché le Forze Armate “chiamate a difendere la Patria da qualsiasi minaccia e così anche a curarne le paure” sono pronte a fare il loro dovere, anche a rischio della vita.
Ma, più propriamente, di un problema di discriminazione ad opera del Governo che non è assolutamente tollerabile. Specie nel frangente storico che stiamo vivendo. Dopo anni di tagli ai settori strategici del Paese, come sanità e difesa, oggi ci affidiamo a chi ha deciso di servire la Patria giurando anche a costo della vita: “I militari dell’Esercito Italiano sono orgogliosi di poter servire il Paese in questo difficile momento, operando con le proprie professionalità sanitarie negli ospedali militari e civili, con la propria capacità logistica dispiegando mezzi e materiali in tutto il paese a supporto della popolazione, con la propria capacità operativa monitorando il territorio, finanche impiegando personale per la produzione di materiale sanitario negli stabilimenti civili e militari”.
Ma c’è, purtroppo, il rovescio della medaglia: “Purtroppo chi deve legiferare in questo difficile momento non considera tutto questo degno di attenzione, infatti emerge, nel Decreto Legge 17 marzo 2020 n. 18, che gli uomini e le donne dell’Esercito, a parità di rischio e pericolosità, avranno trattamenti economici differenti rispetto al Comparto Sicurezza”.
Carabinieri, poliziotti e finanzieri – che stanno svolgendo un grande lavoro ed a cui va la nostra incondizionata gratitudine – riceveranno un monte ore straordinario. I soldati, a quanto apare, no: “Tutto ciò è veramente incomprensibile, forse perché non vendiamo un prodotto, ma serviamo sommessamente la nostra Patria”. Il Cocer sottolinea che al personale militare non si possono “dare segnali negativi o di discriminazione”, fermo restando il fatto che “ai cittadini dobbiamo garantire il massimo supporto possibile con spirito di servizio e senso del dovere”.
Il documento si conclude con un frase molto forte, dalla quale traspaiono la rabbia e l’amarezza dei nostri “ragazzi” in divisa, ma anche il senso del dovere e dell’onore che da sempre contraddistingue gli uomini e le donne dell’Esercito Italiano: “Noi soldati non abbiamo mai anteposto la retribuzione alla missione da svolgere, ma esigiamo riconoscimento per ciò che facciamo”.
Il nostro auspicio è che il Presidente Conte e il ministro Guerini raccolgano questo grido d’allarme, ponendo i militari nella migliore condizione di svolgere il loro lavoro. Solo così l’Italia riprenderà a vivere ed a crescere. E andrà tutto bene…