sabato, 27 Aprile, 2024
Politica

Meloni: impegno nel mar Rosso è azione di difesa. Con Trump non cambia la nostra politica estera

Missione navale europea. Si deciderà a febbraio. Italia in prima fila con Francia e Germania

La missione navale europea nel Mar Rosso vede l’Italia impegnata insieme alla Francia e alla Germania. Anche la Spagna è d’accordo ma non intende partecipare. Il Presidente del Consiglio Meloni ha chiarito che si tratta prevalentemente di una politica di difesa che mira a ristabilire la sicurezza delle rotte. “Da lì transita circa il 15% del commercio mondiale – ha spiegato la premier -dover impedire il passaggio dei prodotti commerciali significa un aumento dei prezzi spropositato, quindi non possiamo accettare la minaccia degli Houthi nel Mar Rosso.

L’Italia ha sempre sostenuto la difesa della libertà di navigazione, lo facciamo nell’ambito delle nostre normative. Per questa missione europea di difesa non dobbiamo passare in Parlamento, ma quella su iniziativa statunitense avrebbe significato un passaggio parlamentare. Però l’Italia c’è, è una nazione che si assume le responsabilità, con serietà e responsabilità.”

Giorni scorsi impatto ridotto

“La missione europea nel mar Rosso non prevede, infatti, attacchi in territorio yemenita, ma può essere un passo importante verso una vera politica di difesa europea”, ha spiegato il ministro Tajani a margine del Consiglio europeo di ieri. Intanto un approfondimento Ispi-Datalab, che prende in esame anche i primi effetti della crisi sui sei principali porti italiani, rivela “che da fine dicembre, sono arrivati a far segnare una riduzione dei traffici commerciali superiore al 20%”, ma che “nell’ultima settimana gli effetti della crisi sembrano essersi ridotti” anche se “è ancora troppo presto per capire se si tratti di un singhiozzo o se ci saranno conseguenze di più lungo periodo.” Invece Assolombarda, Coldiretti e Legacoop lamentano l’impatto e parlano di impennata dei costi delle materie prime e rischi per le produzioni e il commercio.

La Spagna approva, ma si tira fuori

Il ministro degli Esteri spagnolo Josè Manuel Albares, in un punto stampa al termine del Consiglio, ha affermato che nel corso della riunione “nessuno” Stato membro “si è opposto” a una missione dell’Ue nel Mar Rosso. Albares ha precisato che oggi non è stata presa una decisione a riguardo e che questa si prenderà a febbraio e ha ribadito che non si prevede la partecipazione della Spagna alla missione. Il ministro degli Esteri irlandese, Micheàl Martin, ha dichiarato di aver sostenuto la missione navale europea perché “è ragionevole” ed è a tutela delle catene di approvvigionamento. L’Italia, assieme a Francia e Germania – perché la Spagna è contraria all’estensione della missione già esistente, Atlanta, nello stretto di Horumz che ha regole d’ingaggio più blande – hanno sostenuto, invece, un intervento più “forte” e “urgente”. I ministri Tajani, Colonna e Bearbock, in un documento comune, hanno scritto, tra l’altro, che “data la gravità della situazione attuale e i nostri interessi geostrategici, è importante che l’Ue dimostri la sua volontà e le sue capacità di agire come attore di sicurezza globale, anche nel settore marittimo.” “Per noi – ha ribadito la ministra tedesca – è importante lanciare congiuntamente un’operazione dell’Ue per il Mar Rosso. In tal modo dimostriamo che l’Ue è capace di agire e che è un partner affidabile per il diritto internazionale”.

5Stelle: siamo d’accordo

I 5Stelle hanno chiesto che il Governo riferisca in Parlamento. Il Movimento non si opporrà alla missione, hanno anticipato in una nota i parlamentari delle commissioni Esteri e Difesa, “a patto che il mandato sia chiaro ed escluda ogni possibile coinvolgimento nell’operazione ‘Prosperity Guardian’ a guida americana. Ma al di là di questa misura di protezione, siamo convinti che la sicurezza dei commerci nel mar Rosso si ripristini solo riportando la pace in Medio Oriente e fermando l’escalation che sta infiammando l’intera regione.”

Marinai chiedono certezze

Dubbiosi più di tutti sembrano proprio i marinai. Il Siulm, Sindacato Unitario Lavoratori Militari, già riguarda la missione Atalanta aveva sfornato un comunicato nel quale si lamentano condizioni di lavoro e retribuzioni troppo basse. Per le navi ci sarebbero problemi anche riguardo la salubrità dell’acqua a bordo. “Orbene – si legge nella nota – nonostante le criticità e la valenza della missione de qua, è stata dispiegata un’unità (la Nave Fasan) già impegnata in attività marittima da diversi mesi, senza alcun preavviso. La conseguenza è intuibile, l’equipaggio è stato costretto, per l’ennesima volta, a sacrificare la propria famiglia e privarsi dell’affetto dei propri cari per (letteralmente) fiondarsi in Mar Rosso in operazioni, laddove navigano da oltre cinque mesi e senza sapere alcuna certezza di quando rientreranno in Italia. Anche per questo personale sarà riservato lo stesso trattamento economico che è pari a quello svolto in una normale attività addestrativa in mare.”

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