domenica, 13 Ottobre, 2024
Sanità

Medici in prima linea, l’Sos delle Associazioni professionali, nelle zone rosse turni insostenibili

“Sono 17, ad oggi, i medici di famiglia che non possono occuparsi dei propri pazienti a causa del Coronavirus: un collega malato, uno positivo al virus e 15 in quarantena. Questo vuol dire che ci sono circa 30 mila pazienti senza medico”. È l’appello appassionato e l’invito a “fare i conti” del segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale, Silvestro Scotti, lanciato a nome dei suoi iscritti alla agenzia Adnkronos.

Una presa di posizione che rilancia il tema della sicurezza degli stessi medici che in prima linea devono verificare i casi di Coronavirus e prendere in consegna i pazienti, una situazione che si fa sempre più delicata anche per i risvolti logistici. “Senza dispositivi di protezione, che i medici di famiglia ancora non hanno e che chiedono a gran voce da giorni”, sottolinea Scotti, “c’è il rischio che i contagi crescano. Dal ministero della Salute, ci hanno assicurato che attraverso la Protezione civile, verranno acquistati i materiali. Ma le Regioni devono inserire i medici di famiglia e i pediatri tra i fabbisogni di queste dotazioni. Spero che non si perda ulteriore tempo”. A denunciare una situazione complessa – soprattutto sul piano della fatica e stress professionale – che espone il personale sanitario a più di un rischio, è il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici – Fnomceo, Filippo Anelli, che è in contatto costante con i colleghi sul campo. “Medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici di continuità assistenziale, che, per poter continuare a fare ricette nonostante la quarantena, si sono chiusi negli ambulatori, dove vivono e dormono”, racconta Anelli, “medici ospedalieri costretti a turni di trenta e più ore perché non si trovano i sostituti. E questo, mentre i dispositivi individuali di protezione mancano o scarseggiano. Intanto, il numero unico 112 risulta intasato e le risposte arrivano dopo quattro ore. Accade nel Lodigiano, a Codogno e negli altri centri che fanno parte della ‘zona rossa’ per Covid-19”.

Per il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici l’impegno dei sanitari è eroico non solo per per stress ma per i rischi connessi alle visite. “Ringrazio tutti i medici, gli infermieri, i collaboratori di studio, che con dedizione veramente eroica stanno sostenendo la rete di assistenza in questa situazione che, per quanto riguarda le condizioni di lavoro degli operatori, non esito a definire drammatica”, afferma Anelli. A garanzia dei medici e di tutti gli operatori sanitari il presidente della Fnomceo ha inviato una lettera al Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, chiedendogli di mettere in sicurezza tutti i professionisti.

“È assolutamente necessario che la Regione fornisca ai medici e agli operatori i dispositivi individuali di protezione”, sollecita Filippo Abelli, “se i medici si ammalano, o comunque vengono messi in quarantena, non possono più garantire l’assistenza ai cittadini. Viene quindi messo in pericolo quel diritto alla tutela della Salute, individuale e collettiva, che dalla nostra Costituzione siamo chiamati a garantire”.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte in Italia

Redazione

Attivo da domani a Roma l’hub vaccinale Acea di piazzale dei Partigiani

Francesco Gentile

Ospedali virtuali e servizi telemedicina,al via nuovo modello assistenza

Redazione

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.