martedì, 30 Aprile, 2024
Economia

Economia circolare: opportunità di lavoro dal riciclo di rifiuti

L’Italia sta affrontando importanti riforme strutturali nel settore ambientale anche grazie alle risorse aggiuntive del Pnrr, tuttavia, restano ancora alcune criticità da risolvere. È quanto messo in luce dal recente report “Green Book 2023”, resoconto sul settore dei rifiuti urbani in Italia, elaborato da Utilitalia e presentato il mese scorso a Roma dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale alla presenza del Capo Dipartimento Sviluppo Ambientale, Laura D’Aprile. Green Book mostra che nel 2022 il fatturato di settore, considerando un campione di 534 aziende, ha raggiunto circa 13,5 miliardi di euro, pari allo 0,8% del Pil nazionale, occupando quasi 100mila addetti diretti che costituiscono lo 0,4% del totale degli occupati in Italia e l’1,7% degli occupati del comparto industriale. Il report tratta anche il tema degli appalti per l’affidamento dei servizi pubblici alle imprese (nel periodo 2014-2022), confermando le difficoltà e i ritardi delle tempistiche di assegnazione delle opere di gestione del ciclo integrato dei rifiuti a livello nazionale. La maggior parte delle gare (67%) è localizzata al Sud per effetto della ridotta presenza di gestioni industriali in questa parte del Paese. Secondo Ispra il Mezzogiorno continuerebbe a presentare un significativo deficit impiantistico che non consentirebbe la corretta chiusura del ciclo dei rifiuti, contribuendo così al differenziale di spesa per il servizio di igiene urbana. Infatti, a causa del maggiore costo sostenuto per il trasporto dei rifiuti verso impianti fuori regione il Sud registra la Tari più alta del Paese, con 368 euro per nucleo rispetto al Centro (335 euro) e al Nord (276 euro). Con il 60% destinato alle regioni del Sud e le azioni di riforma messe in campo, il Pnrr può offrire una spinta importante a colmare tale divario. Per questi interventi sono stati stanziati 2,1 miliardi a fronte dei progetti presentati dalle imprese per circa sette miliardi di euro, peraltro non sufficienti a colmare il fabbisogno nazionale di settore. Green Book 2023 sottolinea inoltre che le opportunità di lavoro per tutti i professionisti che a vario titolo sono interessati dalle attività Esg (Ambiente, Sociale, Amministrazione) sono cresciute del 10%; in particolare, in questo momento le aziende stanno cercando “Esg Consultant” e “Esg Governance Manager”, figure fondamentali che verificano, controllano e soprattutto prendono decisioni di supporto attraverso l’acquisto di prodotti o scelte di investimento, valutando l’impegno di un’impresa o di un’organizzazione verso la sostenibilità. A riguardo, Claudia Meazza di Banking & Real Estate di Hunters Group (gruppo ricerca personale qualificato) spiega: “Da qualche tempo, sempre con maggiore insistenza negli ultimi anni, l’impegno etico e morale di un’azienda verso l’ambiente, la società e l’etica gestionale è diventato un asset strategico in grado di incidere direttamente sui risultati di business delle aziende e di conseguenza di incrementarne il valore. I criteri Esg legati alla sostenibilità ambientale sono dei veri e propri indicatori pratici che permettono di classificare e selezionare le imprese che davvero perseguono la sostenibilità con progetti e soluzioni e rappresentano anche i tre indicatori chiave utilizzati per misurare le realtà virtuose. Non è strano, dunque, che non solo le aziende quotate, ma anche le pmi, inizino a cercare professionisti che siano capaci di guidarle in questo viaggio verso la sostenibilità”. L’Esg Consultant si occupa di supportare la divisione “Sustainability” nelle attività di analisi e implementazione di strategie di sostenibilità, cambiamento climatico, supporto metodologico alla redazione di bilanci di sostenibilità, verifiche di conformità a principi e linee guida internazionali e revisione di bilanci; per questo professionista la Ral (Retribuzione annua lorda) mediamente è di 35mila euro. L’Esg Governance Manager, oltre a coordinare il Consultant nelle sue specifiche attività, si concentra sull’analisi dei rischi di sostenibilità, sull’ impatto economico, sociale e ambientale, si occupa della definizione di sistemi di misurazione nell’ambito di progetti dello sviluppo sostenibile e della definizione di policy e sistemi di gestione in riferimento a tematiche quali diritti umani, ambiente e lotta alla corruzione; per questa figura professionale la Ral media è invece di 50mila euro. A tal proposito Claudia Meazza aggiunge: “È una tendenza che riguarda tutte le tipologie di impresa. Anche le pmi infatti devono essere green compliant, soprattutto per non perdere competitività sui mercati esteri. Fino a qualche tempo fa si appoggiavano a commercialisti o consulenti esterni, ma ora è arrivato il momento di puntare a competenze altamente qualificate e iper-specializzate sui temi Esg”.

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