sabato, 27 Aprile, 2024
Ambiente

Reati ambientali: Campania e Roma le peggiori

Presentato il Rapporto Ecomafie 2023 di Legambiente

Continuano ad aumentare i reati contro l’ambiente ad opera di clan mafiosi, che hanno messo cemento, edilizia e appalti per i lavori pubblici al centro dei propri affari. A leggere i dati del nuovo rapporto “Ecomafia 2023” di Legambiente, parliamo di un numero pari a 30.686 nel 2022, ossia 84 reati al giorno di media, 3,5 ogni ora, il +0,3% rispetto al 2021. “Ogni anno ci sono tra le 20 e le 30 mila costruzioni abusive nel nostro Paese – ha spiegato il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, nel suo intervento alla presentazione del Rapporto – e ci sono paesaggi devastati. Ci sono troppe costruzioni nelle aree a rischio. Noi non molliamo la presa contro l’abusivismo edilizio”. “Per contrastare il fenomeno – ha aggiunto – va rimosso dalla lotta all’abusivismo il ricatto elettorale”.

Roma, la peggior provincia nazionale

La Campania è al primo posto per i reati ambientali, dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, con illeciti pari al 13,1% del totale nazionale. Ancora più in particolare, troviamo la provincia di Napoli prima per numeri di arresti e di sequestri, seguita da quelle di Avellino, Salerno, Caserta e Benevento per quanto riguarda la Regione. Se la maglia nera va alla Campania, il Lazio, la Regione della Capitale di Italia, non è di molto distante. La troviamo al quarto posto per numero di reati ambientali complessivi, salendo di un ulteriore posto rispetto al 2022. Il suo quadro complessivo è estremamente negativo rispetto tutti i parametri: reati, persone denunciate, arresti, sequestri, illeciti amministrativi e sanzioni amministrative. Roma è la peggior provincia nazionale in assoluto per il secondo anno consecutivo mentre la provincia di Latina è al 16esimo posto tra le 20 peggiori in Italia. “Le Ecomafie aggrediscono in maniera pesantissima il territorio della nostra Regione, con lo smaltimento illecito dei rifiuti ma anche l’abusivismo edilizio, reati contro la fauna, incendi boschivi e reati contro il patrimonio culturale – spiega Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio – e un allarme viene in particolare dal territorio della Città Metropolitana di Roma”, che consolida il suo “triste primato”.

Il virus della corruzione

Negli ultimi dieci anni, dal 2013 al 2023, sono stati 42 i Comuni italiani sciolti per mafia, per infiltrazioni criminali e irregolarità nella gestione dei rifiuti e, più in generale, illeciti in materia ambientale. Lo ha ricordato Chiara Colosimo, presidente della commissione antimafia, che auspica un inasprimento delle sanzioni contro il traffico dei rifiuti e delle norme contro le agromafie. “Quella contro i crimini ambientali – ha dichiarato Colosimo – è una battaglia da combattere senza alcuna bandiera politica“.

Rafforzare le attività di prevenzione e di controllo. Le proposte di Legambiente

Dieci le proposte di modifica normativa presentate da Legambiente in vista della prossima direttiva Ue sui crimini ambientali. Riguardano principalmente la revisione del nuovo Codice degli appalti, in particolare per quanto riguarda il meccanismo del cosiddetto subappalto “a cascata”; il costante monitoraggio degli investimenti previsti per il PNRR; l’approvazione del disegno di legge contro le agromafie; l’introduzione nel Codice penale dei delitti contro la fauna; l’emanazione dei decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente; l’accesso gratuito alla giustizia per le associazioni iscritte, come Legambiente, nel Runts, il Registro unico nazionale del Terzo settore. “Mai come in questo momento storico – ha sottolineato il presidente Ciafani – si devono alzare le antenne per scovare inquinatori ed ecomafiosi. E bisogna farlo presto, dentro e fuori i confini nazionali, perché stiamo entrando nella fase operativa del PNRR. L’Italia può e deve svolgere un ruolo importante perché la transizione ecologica sia pulita anche nella fedina penale, ma soprattutto deve recuperare i ritardi accumulati finora”.

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