Lo scorso 10 luglio l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ha presentato il report annuale nell’ambito delle osservazioni e monitoraggio degli impatti degli incendi in Italia di medie e grandi dimensioni sugli ecosistemi.
Lo scopo del rapporto è fornire periodicamente un dettaglio informativo a supporto delle politiche nazionali e regionali per il ripristino e la conservazione degli ecosistemi terrestri. Nello specifico, i dati relativi agli incendi sono forniti dal sistema European Forest Fires Information System del programma europeo Copernicus Emergency ed elaborati da ISPRA con sistemi di “machine learning” per il riconoscimento degli ecosistemi coinvolti.
Tale report evidenzia che nel 2022 il nostro territorio è stato interessato da incendi di medie e grandi estensioni per più di 68.500 ettari; anche se questa superficie rappresenta meno della metà di quanto bruciato nell’anno precedente (40%) il dato è comunque superiore al valore medio delle aree colpite annualmente negli ultimi 10 anni (55000 ha).
Di quanto incendiato oltre il 20% consiste in ecosistemi forestali in particolare latifoglie decidue (querceti e faggete, 6800 ha), latifoglie sempreverdi (leccete e macchia mediterranea, 4700 ha) e aghifoglie sempreverdi (pinete mediterranee, quasi 2700 ha); insolitamente è stata interessata anche una porzione boschiva ad aghifoglie decidue alpine (lariceti, 16 ha).
A livello regionale, Il report mostra che la Sicilia presenta la metà degli incendi in Italia, con 35mila ha di territorio bruciato, risultando anche l’area che ha subito più danni in termini di superficie forestale infiammata (4.437 ha). Sono state raggiunte dagli incendi anche coperture boschive in Calabria (oltre 1800 ha), nel Lazio (oltre 1300 ha), in Campania e in Toscana (quasi 1100 ha) e in Piemonte e in Friuli-Venezia Giulia (circa 1000 ha). Tuttavia, rispetto all’anno precedente la superficie danneggiata è complessivamente diminuita nelle regioni del Centro-Sud e nelle isole maggiori, mentre è aumentata nelle regioni del Centro-Nord e del Nord.
Il 38% degli ecosistemi forestali colpiti ricade all’interno del sistema nazionale delle aree protette terrestri. Nel 2022 le aree protette maggiormente coinvolte sono state la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) “Boschi di Piazza Armerina” nella provincia di Enna in Sicilia, già significativamente aggredita dal fuoco nel 2021 (quasi 900 ha, di cui circa 500 pinete) e la Riserva Regionale “Riserva naturale orientata Rossomanno-Grottascura-Bellia” in provincia di Enna (anche qui quasi 900 ha, principalmente pinete). Sono state inoltre colpite la Zona Speciale di Conservazione “Carso Triestino e Goriziano” (circa 400 ha quasi interamente latifoglie decidue) e la ZSC “Complesso Monte Bosco e Scorace” in provincia di Trapani (circa 400 ha).
Gli eventi principali, in termini di estensione in aree boschive, si sono verificati nei primi giorni di luglio ‘22 nei comuni di Aidone e di Piazza Armerina (Enna) con oltre 900 ha, nella terza decade di luglio, sempre in provincia di Enna a Camaiore, a Massarosa e Lucca, con 750 ha e in provincia di Gorizia e nel territorio Carso triestino-sloveno a Doberdò del Lago, a Duino e Monfalcone con più di 400 ha; ancora, nella metà di agosto in provincia di Trapani a Buseto Palizzolo e Castellammare di Stabia con circa 450 ha. Infine, l’ultimo episodio si è verificato nella seconda metà di marzo in provincia di Belluno nei comuni di Longarone e Ponte nelle Alpi, interessando poco più di 400 ha incendiati.