venerdì, 19 Aprile, 2024
Lavoro

La transizione digitale lascia fuori le donne

Le tecnologie digitali stanno trasformando radicalmente il mondo del lavoro, aprendo nuove opportunità e richiedendo competenze specifiche nel settore dell’ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione). Ma questa rivoluzione sembra penalizzare le donne. In un Rapporto della Fondazione Openpolis risulta chiaro come che i gap di genere nei percorsi educativi ICT siano presenti e persistano a livello globale. Le donne sono sottorappresentate nei corsi di laurea e nelle discipline STEAM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica e arte), creando una mancanza di competenze femminili nel settore e contribuendo alla disparità di genere nell’occupazione del settore. E le donne che riescono a intraprendere carriere nell’ICT si trovano spesso a fronteggiare discriminazioni e disuguaglianze sul luogo di lavoro.

Poche donne ricoprono ruoli apicali nei settori tecnologici

I fattori culturali, gli stereotipi di genere e le discriminazioni sono tra le principali cause di questa disparità. Fin dall’infanzia le ragazze vengono indirizzate verso interessi e percorsi educativi non tecnici, mentre i ragazzi sono incoraggiati a perseguire la scienza e la tecnologia. Tale aspetto è stato misurato in ambito europeo con un indicatore apposito, formulato da Eurofound e utilizzato da Eige, Istituto europeo per la parità di genere, per esaminare la condizione occupazionale a partire dal tipo di contratto, le prospettive di avanzamento di carriera percepite dal lavoratore, la probabilità di perdere il posto di lavoro e l’esperienza di ridimensionamento nell’organizzazione. È evidente che le donne continuano ad essere poco rappresentate in ruoli di leadership e in settori ad alta tecnologia e ciò limita la diversità di pensiero e l’innovazione nelle organizzazioni. Affrontare questi gap di genere nei percorsi educativi ICT richiede un approccio multifattoriale, promuovendo una cultura inclusiva sin dall’infanzia e incentivando le aziende ad essere attive a favore dell’uguaglianza.

Nei test matematici il divario non esiste

Secondo uno studio dell’Ocse di Pisa “i genitori sono propensi a pensare che i loro figli maschi più che le figlie lavoreranno in futuro in un settore scientifico, tecnologico, anche quando i figli maschi e femmine ottengono lo stesso livello di risultati in matematica. Generalmente, le ragazze hanno meno fiducia rispetto ai ragazzi nelle proprie capacità di risolvere problemi di matematica o nel campo delle scienze esatte. Tuttavia, quando si confrontano i risultati di matematica tra ragazzi e ragazze con livelli simili di fiducia in sé stessi e di ansia rispetto alla matematica, il divario di genere scompare”.

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