giovedì, 25 Aprile, 2024
Società

Non si ferma la protesta degli studenti per il caro-affitti

“500 euro per una stanza è follia!”. I ragazzi non accettano più il caro affitti e dopo la protesta al Politecnico di Milano di qualche giorno fa, anche La Sapienza di Roma si riempie di tende e studenti, per un atto di disubbidienza pacifica. Nell’Europa post-COVID i prezzi delle case sono notoriamente saliti alle stelle.

Lo testimonia un report di Housing Anywhere, piattaforma che facilita il contatto tra inquilini e inserzionisti, che censisce le 10 città con gli affitti più cari a fine 2022. Milano è al quarto posto, ormai più costosa persino di Parigi, e Roma al settimo. Qui per un bilocale si arriva su può arrivare a spendere addirittura 1.750 euro mensili.

Nel Lazio solo 2.800 posti da DiSco contro i 40.000 fuori sede

Secondo i dati pubblicati da DiSco Lazio, l’ente regionale per il diritto allo studio e alla conoscenza, con l’ultimo bando 2022/2023 sono stati messi a disposizione per tutto il Lazio un totale di posti letto pari a 2.800. La stanza viene assegnata ai vincitori per un periodo non superiore a dieci mesi nel periodo compreso tra il primo ottobre e il 31 luglio dell’anno successivo. Roma è la città italiana con più studenti universitari, un esercito di quasi 200.000 persone, di cui almeno 40.000 fuori sede, un terzo del totale, che non riescono più a trovare sistemazioni idonee ai loro standard di vita.

Borse di studio e contributi soluzioni temporanee

Per sostenerli la Regione mette a disposizione borse di studio e il contributo alloggi, ma si tratta di soluzioni solo temporanee e il problema resta. “Avere una casa a Roma per uno studente – dice Leone Piva, coordinatore della rivolta studentesca – è ormai un privilegio che pochi si possono permettere, e chi è più in difficoltà è costretto a lavorare in condizioni estremamente precarie per poter mantenere il costo di un affitto. Crediamo che il Governo, invece di investire nelle residenze private, debba invertire la direzione in tema di politiche abitative, attuando delle manovre che riescano ad appianare i prezzi degli alloggi, rendendo La Sapienza e Roma spazi che siano realmente a misura degli studenti”.

Riconvertire gli edifici pubblici in disuso

Intanto si allarga un po’ in tutta Italia la protesta degli studenti che chiedono “un tavolo con gli atenei e la Regione per trovare una soluzione”. “Che il problema affitti ci sia è indubbio – è stata la risposta del presidente della Conferenza dei rettori (Crui), Salvatore Cuzzocrea -, ma siamo al lavoro con il ministro dell’Università Anna Maria Bernini; abbiamo già realizzato 8mila nuovi posti. La soluzione è riconvertire edifici per dare subito alloggi a prezzi più bassi agli studenti nelle residenze”.   L’utilizzo di caserme in disuso è anche la soluzione suggerita dal sindaco di Bologna, Lepore.

Il Governo al lavoro per reperire nuovi fondi

Secondo la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, “Il Pnrr prevede di realizzare 60mila posti aggiuntivi. Il Mur ha già raggiunto il primo target, assegnando agli studenti 7.500 posti letto. Nelle prossime ore partirà una manifestazione d’interesse per capire gli immobili pubblici su cui possiamo contare per creare gli altri 52.500 posti previsti. Nei giorni scorsi ho chiesto il supporto dei sindaci delle città metropolitane e lunedì ho istituito il gruppo di lavoro che dovrà stabilire prezzi al di sotto di quelli di mercato”. Anche se, nell’intervista a Il Giornale, la ministra ammette anche che servono più risorse oltre quelle messe a budget dal Pnrr.

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