sabato, 27 Luglio, 2024
Società

Alle elementari arriva l’educazione finanziaria

La scuola cambia pelle, soprattutto a seguito della transizione digitale e ai fondi del Pnrr. Cambiano le aule, i laboratori, i linguaggi ma anche i contenuti. In un Ddl, infatti è stata introdotta l’Educazione finanziaria all’interno dell’educazione civica. Si tratta del disegno di legge ”competitività” approvato dal Consiglio dei ministri dell’11 aprile 2023. Per promuovere la cultura finanziaria, il ddl prevede forme di cooperazione tra soggetti istituzionali e soggetti portatori di interessi economici, in un’ottica interdisciplinare e trasversale.

Nel percorso formativo acquisiscono centralità la finanza, il risparmio e l’investimento, con l’obiettivo di rendere i ragazzi cittadini consapevoli, capaci di partecipare pienamente alla vita economica del Paese.

Un incentivo alla partecipazione attiva e consapevole

L’educazione civica era stata rintrodotta nel 2019, a partire dall’anno scolastico 2020-2021, con la Legge 92, che ne prevedeva l’insegnamento trasversale nella scuola primaria e nella secondaria di I e II grado, attraverso iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile a partire dalla scuola dell’infanzia. In linea con queste indicazioni, nel Ddl capitali è contenuto il principio della “partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale economica e sociale delle comunità” e quello del “diritto alla salute, al benessere della persona e all’educazione finanziaria, con particolare riguardo alla finanza personale, al risparmio e all’investimento”. Da qui l’introduzione di questa nuova materia.

Alfabetizzazione finanziaria per gestire meglio le risorse

Con il termine “educazione finanziaria” si indica, non solo la comprensione delle competenze e dei concetti finanziari di base, ma anche la capacità di metterli in pratica nella vita reale per gestire in modo responsabile il proprio denaro, prendere prestiti, pianificare e investire per il futuro. L’alfabetizzazione finanziaria è importante, non solo perché fornisce una base per un processo decisionale finanziario informato, ma perché la responsabilità finanziaria è in aumento. Non si tratta di cultura personale, ma ha ricadute concrete nella gestione quotidiana di investimenti e risparmi. Chi non ha conoscenze finanziarie sufficienti tende, infatti, ad avere maggiori difficoltà ad arrivare a fine mese e a far fronte a spese impreviste, anche di modesta entità. Dovrebbe, dunque, aiutare i giovani adulti a trasformare le proprie vite, partendo dal presupposto che il denaro è sempre più al centro delle vite di tutti.

Linee guida al Mim, Bankitalia e Consob

Le linee guida per l’insegnamento dell’educazione finanziaria saranno definite “d’intesa con la Banca d’Italia e la Consob e sentite le associazioni maggiormente rappresentative degli operatori e degli utenti bancari e finanziari”, si legge nel Ddl. Inoltre al Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria istituito con la legge 15 del 2017 spetta il compito di approvare il “piano triennale di attività” e al ministero dell’Istruzione sottoscrivere accordi con Bankitalia e Consob per “promuovere la cultura dell’educazione finanziaria, nel rispetto dell’autonomia scolastica e nei limiti delle risorse disponibili”, dopo aver sentito il comitato.

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