venerdì, 26 Aprile, 2024
Cultura

“La buona novella” di Fabrizio Da Andrè l’umanità universale della Pasqua

Scegliere un’opera d’arte, nel fitto bosco della cultura, che sintetizzi in modo universale il senso della Pasqua non è semplice, soprattutto se quello che si cerca è un significato trasversale, che travalica l’osservazione di un culto religioso e che possa parlare a tutti. Fabrizio De Andrè, con l’album “La buona novella” rappresenta perfettamente la sintesi che desidero proporvi.

Fabrizio De Andrè è un artista indimenticabile, capace di dare parola ai sentimenti più reconditi, capace di toccare l’umanità fino ai suoi aspetti più fragili e miseri e avvolgerla di dolcezza (“la canzone di Marinella” ne è un fulgido esempio già nella genesi, che ha visto l’autore riprendere il caso di cronaca di una giovane prostituta uccisa e ridisegnarle il passato e addolcirle la morte), senza mai dimenticare la compassione, nel senso più nobile e originario di questo termine (cum-patior, soffro insieme a te), come ci mostra con “Preghiera in gennaio”(1967) dedicata a Luigi Tenco, in cui già De Andrè cercava un dialogo con il Signore: “Dio di misericordia/il tuo bel paradiso/lo hai fatto soprattutto/per chi non ha sorriso”.

Con “La buona novella” Fabrizio De Andrè, nel 1970, consegnava al mondo un album di straordinaria, grandissima spiritualità e anche una profonda confessione d’amore per la persona di Gesù di Nazareth; uso il termine “persona” non a caso, poiché De Andrè si è sempre professato ateo, ma è proprio questo suo ateismo a conferirgli uno sguardo ineguagliabile sul Cristo e sulla grandezza della sua storia terrena.
De Andrè ce lo dice chiaro nel brano “Si chiamava Gesù” con le parole “non intendo invocare la grazia e il perdono/ Di chi penso non fu altri che un uomo/Come Dio passato alla Storia./Ma inumano è pur sempre l’amore/ Di chi rantola senza rancore/Perdonando con l’ultima voce/ Chi lo uccide tra le braccia di una croce”. Così De Andrè ripercorre con questo album e il suo interminabile dire la vita di Gesù, Maria, Giuseppe, dalla nascita del Cristo fino alla sua crocifissione, accanto ai due ladri, e ci dona versi di indimenticabile poesia e umanità, il vero tesoro al fondo di questi versi che concretizzano il vero significato della Pasqua: la risurrezione dopo il dolore. Una risurrezione che si compie ogni volta che ci guardiamo fraternamente, nonostante il venerdì santo della sofferenza. “Tre madri”, forse il brano più toccante dell’album, è un regalo da fare a se stessi, proprio oggi che la Pasqua ricorre.

Prodotto da Roberto Dané, che firma le note dell’album, La buona novella è pubblicato nel novembre 1970 dalla Produttori Associati (PA/LPS 34) con copertina tinta ocra.

La grafica del disco cambia due volte, prima di tornare a quella della prima edizione: nel 1970 è ripubblicato dalla Produttori Associati con l’elaborazione di una fotografia in bianco e nero (dal servizio realizzato da Barbara Rombi Serra), mentre nel 1983, per la serie Ricordi Orizzonte, è riprodotto il trittico di Simone Martini.

Come De André ha più volte sottolineato, lavora all’album nel 1969 «in piena lotta studentesca» e per questo disco si rifà ai Vangeli apocrifi.

Nelle note che accompagnano i testi delle canzoni, precisa di aver inserito in alcuni brani citazioni tratte dal Protovangelo di Giacomo, desunte da un volume edito nel 1867 con traduzioni di Luciano Scarabelli. De André inoltre spiega che «i nomi dei ladroni variano da vangelo a vangelo (Dimaco, Tito, Disma, Gesta). Tito è il ladrone buono nel vangelo arabo dell’infanzia».

È Gian Piero Reverberi a coinvolgere nella realizzazione del disco anche i componenti del gruppo “I Quelli”, che di lì a poco formeranno la Premiata Forneria Marconi, con cui De André intraprenderà circa dieci anni dopo il celebre tour del 1978/79, da cui nasceranno i dischi live Fabrizio De André in concerto – Arrangiamenti PFM e Fabrizio De André in concerto – Arrangiamenti PFM, Vol.2

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Agricoltura. Fondo da 1.2 miliardi per le filiere del Made in Italy. Prandini (Coldiretti): tutelate le imprese agricole

Marco Santarelli

Green Pass. Vaccarino (Cna): imprese in difficoltà, snellire i controlli. Meglio archiviare i dati personali

Angelica Bianco

Giansanti (Confagricoltura): colloqui con l’Europa su agricoltura, innovazione e ambiente. Partecipare per scelte migliori

Francesco Gentile

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.