sabato, 27 Aprile, 2024
Ambiente

Sos neve. Legambiente: su Alpi e Appennini piste innevate artificialmente. Pratica non più sostenibile per costi e danni

La montagna sempre più colpita dalla crisi climatica. Non solo per i cambiamenti ambientali che incidono sulla vita di fauna e flora, ma anche per il turismo. Sulle Alpi e gli Appennini l’emergenza neve ha un impatto così negativo da travolgere la stagione sciistica. L’allarme è nei dati del nuovo dossier di Legambiente “Nevediversa 2023. Il turismo invernale nell’era della crisi climatica” presentato a Torino.

Una neve che non c’è ed è sempre più costosa produrla artificialmente dato che per compensare la mancanza di quella naturale, l’Italia punta su “una pratica non sostenibile, sperperando in più soldi pubblici”

Costi e danni ambientali

Per Legambiente il sistema di innevamento artificiale ha infatti costi economici elevati e crea danni all’eco sistema. In gioco ci sono forti consumi di acqua, energia e suolo in territori di particolare bellezza e biodiversità. L’associazione spiega che in Italia il 90% delle piste è dotato di impianti di innevamento artificiale. Un sistema che produce un consumo annuo da far impallidire. Un escalation che tocca i 96.840.000 di m³ che corrispondono al consumo idrico annuo di circa una città da un milione di abitanti. In più ad essere esposte finanziariamente sono le amministrazioni locali che si sobbarcano gli oneri.+

Anno più caldo sulle Alpi

Legambiente spiega come in oltre due secoli in Italia, il 2022 sia stato l’anno più caldo e privo di pioggia ed è stato il secondo più caldo in Europa. Negli ultimi anni i maggiori incrementi di temperatura si sono registrati nell’arco alpino.

L’Italia della neve artificiale

Il salvare il turismo ha proiettato l’Italia nel Sos neve tra i Paesi alpini più dipendenti dalla neve artificiale con il 90% di piste innevate artificialmente, seguita da Austria (70%), Svizzera (50%), Francia (39%). La percentuale più bassa è in Germania, con il 25%. Inoltre i bacini idrici sono 142, mappati da Legambiente attraverso l’utilizzo di immagini satellitari per una superficie totale pari a circa 1.037.377 mq. Sono bacini realizzati in prossimità dei comprensori sciistici italiani e utilizzati principalmente per l’innevamento artificiale: l’Abruzzo è quello che ne ha quattro. Il Trentino Alto Adige detiene il primato con 59 invasi, seguito da Lombardia con 17 invasi e dal Piemonte con 16 bacini.

Reindirizzare i fondi Pnrr

Nello studio di Legambiente sono riferiti anche i costi della corsa all’innevamento artificiale. Si è passati dai 2 euro circa a metro cubo del 2021-2022, ai 3-7 euro al metro cubo nella stagione 2022-2023. “È fondamentale”, puntualizza Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, “che nella lotta alla crisi climatica l’Italia cambi rotta mettendo in campo politiche più ambiziose ed efficace, aggiornando e approvando entro la fine di marzo il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, e reindirizzando meglio i fondi del Piano nazionale di ripresa”.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Per il caldo nei campi bruciano angurie e peperoni

Elisa Ceccuzzi

Covid e Pnrr, mafie in agguato

Ranieri Razzante*

Evergrande il gigante d’argilla

Ubaldo Livolsi

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.