venerdì, 26 Aprile, 2024
Società

Ragazzi dentro: più formazione meno farmaci

Il 2022 è stato un anno difficile per il mondo del carcere: record di suicidi, proteste, incendi dolosi ed evasioni, che non hanno risparmiato neanche gli istituti penitenziari minorili, come il Beccaria di Milano e Casal del Marmo a Roma. La recentissima rivolta, questa volta nel carcere minorile romano, ci costringe ancora una volta a esaminare la grave situazione all’interno di molte istituzioni penitenziarie per minori. La causa dell’incidente sembrerebbe attribuibile a un ritardo nella distribuzione dei farmaci, per lo più ansiolitici. Nel caos generatosi si è sarebbe sviluppato un incendio, di natura dolosa stando alle prime indagini degli inquirenti.

Secondo l’associazione Antigone “nel 2022 è emerso che il 43% dei detenuti adulti assume sedativi o ipnotici, mentre il 20% risulta assumere regolarmente stabilizzanti dell’umore, antipsicotici o antidepressivi”. Numeri che farebbero presumere un ricorso agli psicofarmaci forse troppo disinvolto o come palliativo di problematiche, come la tossicodipendenza, che andrebbero trattate più specificamente. E se il fenomeno fosse nei numeri identico anche nelle carceri minorili significherebbe non considerare le conseguenze a lungo termine sulla salute mentale dei giovani detenuti. “Chiedono farmaci in continuazione, è una costante del carcere, i ragazzi lo chiamano il “carrello della felicità” – dichiara la Garante dei detenuti di Roma, Gabriella Stramaccioni –. Non si tratta di grandi terapie trattandosi di minori e sempre dietro prescrizione medica, per lo più ansiolitici e calmanti, ma spesso ne abusano, li mischiano oppure li mettono da parte».

È possibile che questi farmaci vengano adoperati come mezzo per sedare i reclusi, anziché per curare veri e propri disturbi mentali. Un fatto che preoccupa profondamente, perché può anche rendere più difficile il loro reinserimento nella società. In molti casi i giovani reclusi vengono dimessi dalle carceri senza alcun supporto o trattamento per le patologie che presentano, causa spesso della reiterazione dei reati. Le comunità e i centri di riabilitazione in cui sono inseriti dovrebbero offrire diversi servizi, quali l’istruzione e l’educazione, ma molte di queste strutture non riescono a garantirli, rendendo inutile la reclusione e il percorso riabilitativo.  “Negli istituti penali per minorenni, così ormai impropriamente definiti visto che l’età degli ospiti può spingersi fino a 25 anni, insistono gravi problemi, di natura organica, gestionale, organizzativa e persino legislativa, ma la soluzione non può essere, come da alcuni sostenuto, la soppressione del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità”, ha dichiarato pochi giorni fa Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commentando l’incendio appiccato dai detenuti del carcere di Casal del Marmo.

Maggiore trasparenza e controlli, dunque, sull’utilizzo dei medicinali all’interno delle carceri minorili e misure che garantiscano che vengano utilizzati solo quando strettamente necessari e in modo appropriato. Ma le difficoltà sono anche altre. Se la durata della pena è lunga e vengono superati i 25 anni di età, i ragazzi sono trasferiti nelle carceri per adulti. La convivenza lì è difficile e i continui spostamenti rischiano di far perdere loro anche il contatto con le famiglie. I trasferimenti possono portarli molto lontano dove le famiglie non possono andarli a trovare per le loro condizioni di povertà. Alcuni, poi, sono stranieri, con le famiglie restate nei Paesi di origine. Gli incendi appiccati negli ultimi tempi sono una reazione, un segno di disagio e un modo per farsi sentire e alzare la voce.

Ad oggi le carceri minorili in Italia sono 17. La struttura con più detenuti è quella di Nisida, con circa 45 detenuti. Si tratta, quindi, di strutture con pochi detenuti, se si pensa che alcune di esse arrivano a ospitare anche solo un paio di detenuti. Ciò dovrebbe comportare una maggiore semplicità nella gestione dei singoli detenuti. Ma così non è. L’obiettivo principale resta quello di implementare i percorsi formativi ed educativi soprattutto per i più giovani, dar loro la possibilità di crescere e di arricchirsi all’interno di spazi appositamente creati per le loro esigenze.

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