sabato, 20 Aprile, 2024
Politica

La Discussione: Auguri Italia con più lavoro, più bebè e anziani meno soli. Dal 1960 di Fanfani al 2020 Conte. Lezione sul coraggio di progettare politiche concrete

“Le convergenze parallele”. Era il 1960, quando dal genio politico di Aldo Moro fu coniato questo ossimoro, (che nella sua espressione originale era “convergenze democratiche”) che univa attorno alla Dc altre forze politiche e nel contempo le teneva distanti. Era il governo monocolore della Democrazia Cristiana che vedeva tra i suoi ministri più prestigiosi: Giulio Andreotti, Fiorentino Sullo, Emilio Zaccagnini; “Le convergenze parallele” era una formula che diede il via ad una grande stagione di riforme concrete, e di quella innovazione politica-istituzionale che sarebbe passata poco dopo alla storia come centro sinistra con il coinvolgimento del partito socialista nell’area di governo. Con il 1960 iniziò il boom economico del Paese di cui ancora oggi godiamo i benefici. Sessanta anni dopo, in questo prossimo 2020, come giornale fondato nel 1952 dal presidente Alcide De Gasperi vogliamo augurare ai lettori e tutti i cittadini italiani il ritorno ad una stagione politica di grande impegno popolare, di progetti di proposte concrete. Nel 1960, per fare alcuni esempi tra i tanti, si nazionalizzò l’energia elettrica, fu istituita la scuola media unica, si abolì la censura, e si portò a termine l’Autostrada del Sole. L’agenda delle cose da fare, invece, in questo 2020 sono ancora più impegnative. Serviranno politica e istituzioni unite perché i problemi sono tanti e servirà collaborazione, sacrificio, e soprattutto modestia.

Il lavoro, ad esempio, che è il problema nazionale per eccellenza. Sindacati e Associazioni di categoria sollecitano per il 2020 rinnovo dei contratti, fondi per la sanità – nei prossimi mesi dovrà essere scongiurato l’esodo di migliaia di infermieri -, per l’assunzione di nuovo personale nelle corsie di ospedale e nella scuola. Si tornerà in piazza per i contratti, per l’occupazione, contro il precariato, e soprattutto per fermare un “Paese che si sta sbriciolando”. Sono 14 milioni di lavoratori pubblici e privati che attendono da anni il rinnovo del contratto di lavoro. Nel 2020 bisognerà dare una mano ad evitare il baratro ad uno dei settori più in crisi, quello del commercio. È urgente invertire la rotta e ridare sostegni e fiducia a migliaia di esercenti a riaprire le saracinesche, a intraprendere nuove attività. Per sostenere il commercio che rappresenta il 43% della occupazione, servirà ridurre il carico fiscale su imprese e famiglie, sul lavoro, sulle piccole attività artigianali, sulle partite Iva dei giovani professionisti. Il 2020 dovrà essere ricordato come l’anno di una svolta a favore dell’ambiente e dei mille problemi di un territorio fragile che deve essere tutelato. Lo si può fare ascoltando in primo luogo gli agricoltori che su quei luoghi vivono, creano lavoro e soprattutto alimenti di qualità per tutti gli Italiani. Il fronte delle associazioni di categoria è compatto al punto da chiedere a tutti di sostenere le imprese agricole. Queste le loro parole che noi condividiamo.

“La cura del territorio, la conservazione della biodiversità e la proposta di un modello alternativo all’industrializzazione del cibo sono tutti elementi utili alla lotta al cambiamento climatico e per il raggiungimento di una giustizia sociale”. Nel 2020 tornerà in primo piano il ruolo essenziale delle famiglie, sono loro come ha ricordato nell’ultimo Angelus Papa Francesco il “Tesoro” che va tutelato, lo si può fare dando un aiuto alle mamme al loro impegno. Bisognerà invertire la rotta del calo demografico di una Nazione dove per 165 anziani ci sono solo 100 giovani e nell’anno che ci ha lasciato la cicogna è arrivata a bussare nelle case per solo 439 mila bebè, mai così pochi dal primo dopoguerra in poi. Il 2020 potrà essere l’anno del ritorno delle cicogne, questo noi speriamo ma per esserlo bisognerà creare più asili, dare incentivi alle famiglie per sostenere le spese e i tanti impegni e sacrifici che dovranno fare per far crescere i bambini. Come abbiamo scritto per l’anno che verrà politica e istituzioni dovranno impegnarsi a fondo per ridurre le molte, le troppe insopportabili diseguaglianze sociali, economiche, di opportunità tra i giovani. Le differenze economiche in questi anni si sono allargate a macchia d’olio, creando squilibri che in questi anni sono raddoppiati con il balzo drammatico della povertà.

Oggi, infatti, 4,6 milioni di persone vivono nell’indigenza assoluta: quasi l’8% della popolazione residente in Italia. Sono cifre da emergenza nazionale e come tali vanno trattate. Servirà uno sforzo corale notevole per ridurre indigenza e portare aiuto.

Vogliamo segnalare le buone pratiche che per il 2020 ci auguriamo possano essere estese a tutti, ci riferiamo ad esempio al progetto “INPS per tutti”, l’iniziativa nata dalla volontà di favorire l’integrazione sociale e promuovere il contrasto alla povertà. Il progetto ha preso vita su proposta della Caritas e coinvolge i Comuni, dedicato proprio a quelle fasce della popolazione che vive in condizioni di disagio economico, lavorativo, sociale e abitativo. Sono proprio questo nostri concittadini emarginati che incontrano maggiori difficoltà nell’avere informazioni sui contributi economici a cui potrebbero avere diritto. Serviranno molte iniziative in questa direzione e le si potranno realizzare grazie al lavoro dei volontari che potranno aiutare i più deboli, chi non riesce chi è solo a parlare con operatori dell’INPS che ricordano che saranno presenti presso le strutture comunali o territoriali individuate come le Case comunali, mense caritas, centri di ascolto, empori, in fasce orarie e giorni stabiliti. Non possiamo come giornale augurarci che l’accordo siglato nei giorni scorsi tra Inps, Anci e Caritas Italiana si concretizzi appieno nei prossimi mesi con Comuni e le Caritas che potranno siglare patti territoriali con le strutture Inps provinciali e con  le associazioni, enti di terzo settore, distretti socio-sanitari coinvolti nell’accompagnamento delle persone in povertà e  dei senza dimora.

Il nostro giornale è fatto anche da tante donne e ci sono numerosissime lettrici, e con loro diciamo basta alla violenza, basta femminicidi. È intollerabile ogni forma di violenza su donne, bambini, anziani, su persone indifese. Un augurio lo diamo a tutti i volontari, a quanti assistono persone malate, alle forze dell’ordine per l’impegno, la professionalità e spesso il sacrificio anche di vita. Diciamo basta alle troppe morti sul lavoro e siamo vicini alla famiglie di quelle persone il cui impegno è costato loro la vita. Nella agenda delle cose da fare c’è molto e molto ancora da iniziare o portare a termine. Il 2020 non dovrà essere l’anno delle illusioni, ma delle proposte e dell’impegno concreto. Delle istituzioni e della politica ad essere vive, concrete e capaci nel dare una mano al Paese. Possiamo offrire noi un piccolo aiuto e un breve suggerimento, citando il Fanfani di 60 anni fa, parole che sono utili anche oggi.

“Una volta stavo lasciando la politica attiva nella dc. Lo avevo già deciso. Il Papa [Papa Pio XII] mi guardò e pronunciò queste parole: “Quando è di fronte a un bivio e non sa che strada prendere, abbia almeno il coraggio di scegliere la più difficile.” Capii tutto; mentre lui mi benediceva avevo già deciso di restare a Roma e nella dc.

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