giovedì, 25 Aprile, 2024
Sanità

Anziani insoddisfatti dei medici di famiglia

Cna-Tagliacarne: più telemedicina

La crisi della sanità pubblica con la fuga dei medici e il caos nel pronto soccorso, esce dal perimetro degli ospedali e tocca anche l’assistenza a domicilio e territoriale. Un quarto dei pensionati non è soddisfatto dell’assistenza del medico di medicina generale, con punte che sfiorano il 40% in Lombardia, Liguria, Puglia e Umbria. I dati del nuovo fronte delle difficoltà della sanità pubblica, – crisi amplificata dalla pandemia e dall’aumento dell’età dei cittadini -, sono legati a più fattori: dalla carenza di medici e infermieri, fino alla mancata digitalizzazione delle persone over 65. Queste ultime infatti per il 50% non riescono a utilizzare correttamente e quindi beneficiare dei servizi di tele medicina. Molti pensionati raccontano di non esserne nemmeno a conoscenza. Eppure il 76,4% delle persone anziane possiede uno smartphone e il 60% lo utilizza ogni giorno.

Pochi servizi e tanti smartphone

L’ultima rilevazione di questo disagio arriva dalla ricerca svolta dalla Cna-Pensionati con un sondaggio realizzato su un campione di 3 mila associati. Dati elaborati con il Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne con l’obiettivo di rilevare il tipo di utilizzo dei servizi sanitari e sociosanitari da parte degli over 65. Il paradosso è che il ricorso alla telemedicina in pandemia ha riscosso la soddisfazione del 76% dei pensionati intervistati, ma solo Il 22,5% afferma di aver utilizzato tali servizi prevalentemente con il medico di medicina generale, presumibilmente con chiamate e messaggi whatsapp. Solo il 13% ha usufruito, invece, di monitoraggio ospedaliero.

Medici di famiglia, poche visite

Oltre alla scarsa attenzione sulle potenzialità della telemedicina, i maggiori problemi restano per i servizi sul territorio. Nel mirino sono finiti i medici di famiglia. I motivi principali dell’insoddisfazione rispetto al proprio medico di sono sono diversi. L’analisi nette in luce i principali, ad esempio, il medico si limita a prescrivere esami e farmaci senza dedicare tempo alla visita e all’ascolto del paziente (24%); c’è troppo affollamento dell’ambulatorio (19%). Punte del 50% si rilevano in Calabria. L’indisponibilità del medico per le visite a domicilio (18,8%), con un picco del 76,2% in Puglia. Il troppo poco tempo della visita (17,6%) con una maggiore incidenza in Veneto e Lazio, vicine al 30%. E ancora gli orari limitati dell’ambulatorio (17,3%), con una rilevanza significativa in Molise (una risposta su due) e circa il 30% nel Lazio e in Abruzzo. La scarsa disponibilità del medico a chiamare il paziente (10,7%), con una rilevanza in Puglia (30%), seguita da Trentino-Alto Adige e Veneto (circa 20%).

Terapie, telemedicina in aiuto

In particolare per le fasce di età anziane la telemedicina può essere un aiuto valido, talvolta, un salvavita. Dallo studio della Cna e Istituto Tagliacarne, emerge che molti pazienti non riescono a seguire la terapia. L’80% di chi è affetto da pluripatologie dimentica l’assunzione di farmaci in modo regolare. In questo caso il monitoraggio telematico risulta efficace. “La telemedicina è essenziale per garantire una corretta integrazione fra i servizi ospedalieri e specialistici e quelli territoriali”, osserva Giovanni Giungi Presidente Nazionale di Cna Pensionati, “secondo il nostro sondaggio, ad esempio, i nostri anziani, spesso soggetti a pluripatologie, dimenticano nel 67,8%  dei casi almeno una volta di assumere la terapia, quota che si attesta in alcune regioni tra il 70% e l’80. Ecco perché un monitoraggio assiduo può rivelarsi fondamentale per preservare la loro salute incidendo anche sulla spesa del Sistema Sanitario Nazionale. Per il futuro noi suggeriamo di implementare e presidiare i servizi di telemedicina offerti; favorire i servizi di prossimità; costruire alleanze e sinergie con gli operatori sanitari sul territorio”.

Sinergia istituzioni e parti sociali

“Il tema della salute va affrontato sia a livello territoriale di prossimità”, sottolinea Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, “anche con un maggiore coinvolgimento delle parti sociali, sia con l’utilizzo più massivo delle tecnologie avanzate come la telemedicina superando il deficit digitale che interessa ancora molti anziani”.

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