giovedì, 25 Aprile, 2024
Attualità

Giustizia. La rivoluzione di Nordio

Stretta sulle intercettazioni, fine dell'obbligatorietà dell’azione penale, separazione delle carriere. Critiche dell'Anm

“Le intercettazioni attraverso la diffusione selezionata e pilotata”, sono diventate “strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica”. Lo ha sostenuto al Senato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ieri ha illustrato le linee programmatiche del suo ministero. Nella visione di Nordio, è inoltre, “insensato che pm appartenga a stesso ordine giudice”, mentre la “obbligatorietà azione penale è diventato arbitrio”. Le indicazioni e i rilievi annunciati dal ministro della Giustizia, sono una svolta epocale che segnerà non solo il dibattito parlamentare ma anche innescherà un dibattito che si annuncia acceso. Ieri subito è entrato in scena il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, interpellato del sito Ansa ha replicato in termini perentori. “Le intercettazioni sono uno strumento importantissimo”.

Riforma del codice penale

Il ministro è stato chiaro e diretto sugli impegni che assumerà con la riforma del Codice penale per adeguarlo al dettato costituzionale, e una completa attuazione del Codice Vassalli, con una “riforma garantista e liberale”, da realizzare anche con una revisione della Costituzione.

Sistema tra criticità e arbitrarietà

Nel suo intervento Carlo Nordio ha sottolineato le criticità del sistema giustizia che tra l’altro fanno perdere il 2% del Pil. La visione del Ministro va al di là delle questioni economiche ed entra nel merito di questioni spinose sulle quali la magistratura annuncia di dare battaglia iniziando proprio dalle intercettazioni. “Proporremo una profonda revisione”, della disciplina delle intercettazioni e “vigileremo in modo rigoroso su ogni diffusione che sia arbitraria e impropria”. Così per il ministro proprio le intercettazioni attraverso la “diffusione selezionata e pilotata”, sono di fatto diventate, “strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica”. Quindi l’annuncio della riforma. “Proporremo una profonda revisione. Vigileremo in modo rigoroso su ogni diffusione”, ha insistito Nordio. “Non si è mai vista una condanna inflitta sulla sola base delle intercettazioni. Sono diventate uno strumento di prova non un mezzo di ricerca delle prove. Possono poi essere soggette a ‘errori di trascrizione’ e la loro trascrizione spesso pilotata costituisce uno strumento micidiale”.

Separazioni carriere

Tra novità annunciate dal ministro anche la separazione delle carriere alla riforma del processo penale. “Non ha senso”, ha sottolineato Nordio, aprendo alla separazione delle carriere, “che il pm appartenga al medesimo ordine del giudice perché svolge un ruolo diverso”.

Un freno all’economia

Carlo Nordio ha ricordato inoltre come le criticità del sistema siano un freno all’intera economia. “La nostra giustizia soffre di infinite criticità che sono un freno alla nostra economia e disincentivo agli investimenti comportando una perdita del prodotto interno lordo pari quasi al 2%”.

“Obbligatorietà”, un arbitrio

Le parole del ministro della giustizia sono state chiare anche in merito al tema della “obbligatorietà dell’azione penale”. Davanti alla Commissione Giustizia del Senato, Nordio ha osservato: “L’obbligatorietà dell’azione penale si è tradotta in un intollerabile arbitrio”. “Il Pubblico ministero”, ha incalzato il ministro, “può trovare spunti per indagare nei confronti di tutti senza rispondere a nessuno”

Carcerazione preventiva e abusi

L’intervento del ministro ha toccato altri argomenti come la carcerazione preventiva.
“Assistiamo all’uso e, talvolta, all’abuso della custodia cautelare come surrogato temporaneo dell’incapacità dell’ordinamento di mantenere i suoi propositi”, ha proseguito Carlo Nordio. “La benevolenza finale per la quale alla facilità di ingresso in carcere prima della sentenza fa seguito la liberazione dopo la condanna non è una manifestazione di generosità ma di rassegnazione”, ha sottolineato il ministro. In merito alla “controversa prescrizione”, è per il capo di via Arenula, “la certificazione finale dell’inefficienza dell’ordinamento che per evitare una prolungata graticola giustizia del cittadini richiede all’estinzione del reato o all’improcedibilità”.

Anm, Pm sotto il controllo politico

Per l’Associazione nazionale dei magistrati, invece le intercettazioni sono “strumento importantissimo”. “Le intercettazioni sono uno strumento importantissimo soprattutto nel contrasto alla la criminalità mafiosa e terroristica”. Commenta presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, interpellato dall’Ansa. Proprio la presenza radicata delle organizzazioni mafiose in Italia spiega “l’uso superiore a quello di altri Paesi” che si fa delle intercettazioni in Italia, spiega. “Siamo assolutamente d’accordo che non debbano causare lesioni al diritto di riservatezza. Una legge è stata fatta qualche anno fa per questo. Vorremmo sapere dal ministro, prima dell’annuncio della riforma, se quella legge ha funzionato o meno”. Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, inoltre critica il ministro parlando di un potere politico che vuole porre sotto controllo la pubblica accusa. “Separare le carriere significa creare la premessa per porre il pm sotto il controllo politico del ministro”, attacca Santalucia, “Fare dell’azione penale un’azione discrezionale, significa affidarla alla politica. Non crediamo che questo sia un miglioramento per la nostra democrazia”.

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