venerdì, 26 Aprile, 2024
Società

Società della conoscenza e umanesimo sociale

Il Mondo è scosso dalla pandemia, ma ancora più scosso dalle nuove povertà emergenti, dalla vecchie e nuove disuguaglianze sociali, dal cambiamento climatico, dall’inquinamento, dalla disoccupazione sempre in incremento, da un’umanesimo digitale sempre più “cyber” ma sempre meno “umano”, dalla guerra, dalla catastrofi natutali. J.F. Kennedy ci ricorda che per tenere il Mondo unito e in pace nei valori della democrazia è necessaria una tipologia di raccordo cioè “l’Alleanza per il Progresso” (“Alliance for progress”).  Pietro Nenni ci invita alla responsabilità e al coraggio civico: “Fai quello che devi, succeda quel che può”.

Papa Francesco si è posto il tema in particolare nel suo cammino “sinodale” di Chiesa di prossimità nel quale sostiene “di intercettare le domande di senso che albergano in ciascuno di noi”. Dinanzi a riflessioni di questa natura, la società della conoscenza entra nella “disruptioncy” cioè nella “rottura”, diga di un nuovo stadio, non un epoca di cambiamenti ma il cambiamento di un’epoca.

La fase dell’impegno, dell’attivismo, della partecipazione, come dice Aldo Moro del “camminare insieme” è già oggi attuale per i sistemi sociali “organizzati”. La terza missione della conoscenza si apre  a scenari nuovi. Possiamo dire che “scopre l’umano”, si fa “umanesimo nel primato dell’azione partecipata”, riparte della conoscenza e dai saperi non solo interdisciplinari e pluridisciplinari ma anche transdisciplinari.

Come ho già sostenuto, significa uscire dallo stadio contemplativo per entrare in quello “attivo”, dell’attivismo, dello “stare in rete” creando comunità di prossimità delle relazioni sociali, culturali ed istituzionali con al centro “la persona” e promuovendo il rispetto della dignità umana.  Il “sapere” che diventa condiviso, la “competenza” che partecipa e la “scienza” che è messa in comune.  Non è sottrazione (modum subtrationis) ma è addizione (modum additionis) proprio come dice Maritain.

Questo nuovo tempo,  il presente del “recovery” è un’occasione straordinaria per tentare di ridisegnare l’orizzonte e costruire il futuro forti della pienezza delle radici storiche e sociali ben radicate nella storia dell’umanità. Una nuova era sta per nascere, quella dell’umanesimo sociale. La Società della conoscenza nel suo essere “terza missione del sapere” ha un nuovo elemento trainante. Erio Castellucci dice: ”Non sono concetti: sono volti, esperienze, urgenze che riguardano tutte le necessità in un contesto nel quale si sono riscoperte alcune grandi domande esistenziali”.

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