venerdì, 26 Aprile, 2024
Energia

Coldiretti. Ridurre sprechi di energia in cucina. Prandini: tetto al prezzo del gas e autoproduzione

Rinunciare ai fornelli, cucinando di meno puntando sulle pietanze che non necessitano di essere cotte. È uno dei nuovi stili che si impongono in cucina per ridurre l’impatto del caro bollente.
Con la crisi energetica e i rincari quasi un italiano su cinque (19%) ha deciso di risparmiare riducendo i cibi e tempo di cottura. Lo dice un sondaggio della Coldiretti dove il 53% degli intervistati annuncia di
aver adottato comunque accorgimenti per “coniugare la voglia di continuare a portare in tavola cibi cotti con la necessità di ridurre l’impiego dei fornelli”.

C’è chi non cambia

Solo il 27% dei cittadini, precisa la Coldiretti, dichiara di non aver cambiato le proprie abitudini di consumo in cucina.
Per sostenere l’impegno dei cittadini per il risparmio i cuochi contadini di Campagna Amica hanno preparato un vademecum che va dal fare attenzione all’uso delle stoviglie al modificare tempi e modalità di
cottura. “Meglio usare pentole che consentono il risparmio di energia”, illustra la Coldiretti, “come quella a pressione o per cotture plurime (bollitura e vapore) e utilizzare il coperchio quando è possibile.
Importante anche utilizzare il fornello adeguato alle dimensioni della pentola che si sta utilizzando e verificare che la fiamma del fornello sia di colore blu, che indica efficienza nella combustione”.

Bocconi più “croccanti”

“Ridurre la cottura dei cibi”, racconta la Coldiretti, “per gustare bocconi più croccanti, al dente, leggermente al sangue vuol dire ingerire cibi con un più alto contenuto di nutrienti, assaporarne gli aromi originari degli ingredienti e soprattutto masticare di più aiutando moltissimo la digestione”.

Le cose da ben cuocere

Per gli alimenti che, per sicurezza alimentare, è meglio servire ben cotti, come pollo e uova, preferire ricette che permettano cotture veloci. “Quando si utilizza il forno si possono pianificare più infornate”, propone ancora la Confederazione, “cuocendo contemporaneamente più pietanze facendo attenzione ai vari gradi di
cottura, oppure infornare di seguito piatti diversi sfruttando la temperatura già raggiunta dal forno”.

Risparmiare l’elettricità

Ma è possibile risparmiare anche l’energia elettrica, magari propone la Coldiretti, “scegliendo di scongelare i cibi togliendoli qualche ora prima dal congelatore invece di utilizzare il forno a microonde o usando
per la preparazione dei cibi gli attrezzi manuali come frusta e cucchiai invece del frullino elettrico”.

Mettere un tetto ai prezzi

“Con i rincari energetici che stanno facendo esplodere le bollette di famiglie e imprese, occorre innanzitutto mettere un tetto al prezzo di tutto il gas che entra in Europa, non solo a quello proveniente dalla
Russia” propone il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “abbiamo già chiesto al Governo di dare risposte ai bisogni delle nostre imprese ma queste risposte devono venire anche
dall’Europa perché non è accettabile in un momento di gravissima crisi prevalgano gli egoismi. Con la beffa che le nostre aziende si trovino a subire, oltre all’aumento dei costi, anche la concorrenza sleale da
parte di Paesi come l’Olanda o la Germania, che ha annunciato un piano nazionale di sostegno al proprio sistema economico”.

Autosufficienza energetica

“Ma occorre lavorare anche per l’autosufficienza energetica”, continua Prandini, “incentivando l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti per stimolare la produzione di energia rinnovabile nelle aziende agricole, superando a livello europeo il limite dell’autoconsumo come barriera agli investimenti agevolati. Ed è importante anche supportare la produzione di biogas e biometano, arrivando ad immettere nella rete
fino a 6,5 miliardi di metri cubi di gas “verde” da qui al 2030, e potenziare la capacità estrattiva che nel nostro paese si è ridotta dei 3/4 negli ultimi decenni. E possiamo fare anche a meno dei fertilizzanti
prodotti proprio a partire dal gas, puntando su quelli organici e, in particolare, sul digestato, facendo chiarezza sulla possibilità di utilizzo ed eliminando la soglia dei 170 chilogrammi di azoto per ettaro
all’anno”.

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